Giovanni Lomi (Livorno, 1889 – 1969) è stato un pittore e baritono italiano.
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Fu iniziato alla pittura da Adolfo Tommasi. Non era di famiglia agiata, ma seppe ugualmente ritagliarsi un ruolo di primo piano nella scena artistica livornese, grazie anche alle qualità canore che ne fecero un discreto baritono. Questa sua passione per la lirica[1] e le numerose frequentazioni dell'ambiente in questione influenzarono la sua pittura, creando i presupposti per un equilibrio permanente tra forma e contenuto.
Le opere in cui Lomi riesce ad essere più compiuto ed efficace sono naturalmente le marine, dove i riflessi madreperlacei e dorati del mare assumono un risalto assoluto. La rappresentazione di questi soggetti, intrisa di un lirismo accentuato, caratterizza la sua pittura e lo rende notevolmente riconoscibile.
Lomi fece parte per molti anni del Gruppo Labronico e partecipò a varie edizioni della Biennale di Venezia e delle Quadriennali romane.
Una sua opera si trova presso il Museo di Santa Giulia - Museo della Città di Brescia [2] il Comanducci riferisce di un quadro Verso il Tramonto esposto ad una mostra organizzata dal ministero dell’istruzione italiano ed acquistato dal museo di Bringhton in Inghilterra[3][4] e di un'opera “ Vecchi scali livornesi “ esposto nella sala dei toscani, alla “Permanente” di Milano del 1919 e acquistato dalla galleria capitolina (oggi Musei Capitolini)[5]; tre sue opere Dintorni di Casciana e Uliveto parte della donazione Grubac e Dopo la pioggia – Dintorni di Lecco acquistato nel 1940 sono conservate al Museo Revoltella di Trieste; una sua opera Pomeriggio fa parte della collezione della cassa di risparmio di Trieste[6] 24 opere fanno parte della collezione Intesa Sanpaolo[7]; con l'opera Vecchie Cantine del 1938 si trova nella collezione della Fondazione Livorno[8], è presente con sue opere nella collezione del Museo civico Giovanni Fattori[9], è inoltre con l’opera Tramonto a Tirrenia nella pinacoteca colligiana Carlo Servolini a Collesalvetti[10].
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