Rocco Borella (Genova, 22 febbraio 1920 – Genova, 23 settembre 1994) è stato un pittore italiano.
Il carattere |
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"Sanguigno, come Emilio, ricordo il loro talvolta aspro confronto dialettico...", testimonia Giorgina Scanavino[1]., moglie di Emilio Scanavino, "...Rocco era una creatura originale, spontanea e soprattutto generosa. Ho avuto sempre grande stima per l'artista ma con il rammarico che non abbia ancora avuto il riconoscimento che si meriterebbe...si fosse trasferito definitivamente a Parigi, presso il fratello...ma quante generazioni di studenti genovesi avrebbero perso un riferimento?" |
Uscito, al termine degli studi, dal collegio dei Padri Benedettini, nel 1938 si iscrisse ai corsi serali dell'Accademia di Belle Arti di Genova, avendo iniziato a lavorare all'Ansaldo.
Del 1946 la prima mostra personale: "...alla Galleria Isola espongono...forse per la prima volta, Giannetto Fieschi, Emilio Scanavino e Rocco Borella...pittori che costituiscono la punta avanzata dell'arte a Genova" racconta il critico Germano Beringheli che aggiunge, su Borella "...avvia la scomposizione dei piani verso una regola razionale, aprendosi così alla straordinaria e futura avventura dei suoi cromemi"[2].
Borella dal 1958 iniziò l'insegnamento al Liceo Barabino [3], dai primi anni sessanta all'Accademia ligustica di belle arti e alla scuola siderurgica dell'Italsider; la docenza rappresentò un capitolo importante sia per l'uomo che per il pittore.
Innumerevoli le esposizioni in Italia e all'estero, dalla Biennale di Venezia del 1956 [4] a quella di San Paolo del Brasile alla VI, IX e X Quadriennale di Roma [5], fino alle mostre museali quali l'antologica che gli ha dedicato la Sua città in Villa Croce e Calice Ligure presso la Casa del Console.
Fu Gian Paolo Barosso che coniò, nel 1960, il termine "cromemi" a similitudine dei fonemi, unità minime distintive del suono in linguistica, del colore nella ricerca di Borella: luce e spazio in una pittura di analisi del cromatismo, astratta ma concreta, bande ritmate orizzontali o verticali, con modulazioni ora leggere, ad aloni, ora intense e omogenee, a strutturare l'immagine delle Sue opere[6].
L'Archivio delle opere dell'Artista ha sede a Genova a cura dell'Assiciazione Rocco Borella.[7]
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