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La Porta bronzea è un'antica porta di bronzo eseguita da Guglielmo Monaco nel XV secolo ed esposta presso l'ingresso del Maschio Angioino di Napoli.

Porta bronzea
AutoreGuglielmo Monaco
DataXV secolo
Materialebronzo
UbicazioneMaschio Angioino, Napoli

Storia e descrizione


L'opera fu commissionata da Ferrante d'Aragona per rimembrare la vittoria avvenuta pochi anni prima su Giovanni d'Angiò ed i baroni ribelli. Questa porta, decorata con motivi rinascimentali, narra tre eventi cardine della stessa guerra attraverso i sei quadranti che la costituiscono (due per ogni evento), illustrati da distici latini[1].

La disposizione dei quadranti, stranamente, non segue la scansione temporale degli eventi, il che influisce sulla corretta lettura delle diverse scene, che viste dall'alto verso il basso, procedendo in orizzontale dal battente destro a quello sinistro, rispettano quest'ordine:

Disponendo i quadranti secondo la cronologia degli eventi, abbiamo la sequenza corretta: primo, secondo, sesto, quinto, quarto e terzo quadrante.

Nel quinto quadrante è interessante notare lo squarcio e la palla rimasta incastonata dentro la porta. L'ipotesi più accreditata è che tale porta facesse parte del bottino di guerra che Carlo VIII caricò su una nave per portarlo in Francia. Durante il viaggio, però, egli fu coinvolto in una battaglia con le flotti genovesi, venendo sconfitto. Durante lo scontro, la porta, che molto probabilmente era posta sulla tolda della nave, venne colpita accidentalmente da una cannonata che vi si conficcò all'interno.

I genovesi riuscirono così a sconfiggere Carlo VIII ed a conquistare il bottino che, nel 1495 avrebbero poi rispedito a Napoli.


Note


  1. Napoli nobilissima, rivista di topografia ed arte napoletana, 1901, vol. X
  2. Il re è rappresentato frontalmente, a cavallo, mentre discute col cognato Marino Marzano, duca di Sessa e principe di Rossano, Giacomo Montagano e Deifobo dell'Anguillara.
  3. Il re, di spalle, resosi conto delle reali intenzioni dei tre, sguaina la spada e li affronta valorosamente, mentre sulla sinistra si scorgono due cavalieri che corrono in suo aiuto (forse il conte Giovanni Ventimiglia e Gregorio Coreglia).
  4. Al centro del pannello c'è una mischia tra cavalieri e fanti dei due eserciti nemici, mentre dal basso si snoda una colonna di cavalieri e fanti aragonesi, con in primo piano probabilmente Alfonso, duca di Calabria, che sale una montagna in direzione di Troia. In alto è effigiato il re Ferrante che assiste all'ingresso della sua avanguardia nella città, che si staglia sullo sfondo con le sue poderose fortificazioni.
  5. L'esercito angioino schierato sulla riva destra del torrente fronteggia re Ferrante e le sue truppe, mentre sullo sfondo si vedono gli aragonesi che attraversano un ponte all'inseguimento degli angioini, ormai in rotta verso Troia.
  6. In alto si vedono i fanti angioini che smontano l'accampamento presso Accadia e caricano i bagagli, mentre l'esercito, col duca Giovanni in primo piano, si incolonna in ordine di ritirata con in testa i trombettieri.
  7. Nella parte superiore si vede su un monte scosceso la città fortificata di Accadia, con una torre ormai danneggiata dai colpi di artiglieria e una vistosa breccia nelle mura, attraversata da una numerosa colonna di fanti e cavalieri aragonesi.

Bibliografia



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