Alonso de Corduba (...) è un pittore italiano.
Alonso de Corduba, di chiare ascendenze spagnole fu titolare di una bottega di pittura a Bitonto (Bari) dove risiedette tra il 1594 e 1619, al cui periodo si rifanno le notizie documentarie pervenuteci. Sappiamo che si sposò due volte e dalla seconda moglie nacque il figlio Francesco anche lui pittore e incisore noto.
Nel 1595 realizza per la Chiesa di San Giovanni Battista in Turi una tela della “Madonna del Rosario con Domenico di Guzmán,Santa Caterina da Siena e Santi” [1], con ai margini quindici ovali con le poste del Rosario.
Di due opere commissionate nel 1596 e 1597, raffiguranti un’ “Annunciazione” e un “Battesimo di Cristo”, segnatamente per la Chiesa dell’Annunziata e per la Cattedrale di Bitonto, non abbiamo notizie circa la loro effettiva realizzazione. [2], [3]
Sempre al 1597, risale una Vergine in gloria tra s. Giov. Battista e s. Antonio abate, tuttora esistente nella Chiesa del Carmine di Bitonto, commissionata da un nobile genovese sposato con una donna bitontina.
Al 1602 e 1603 risalgono le tele datate e firmate del “Martirio di San Lorenzo” e della “Vergine Immacolata tra San Francesco e San Leonardo”, rispettivamente per la chiesa del Carmine di Giovinazzo, e per la chiesa di S. Teresa a Bitonto, ora nella Pinacoteca A. Marena della stessa città.
Nel 1604 realizza Quarta una “Madonna del Rosario” per la chiesa di S. Domenico a Ruvo, dipinta a Bitonto nel 1604 e donata ai frati domenicani dal chierico ruvese Fabrizio De Amato [4]. Nel 1608 realizza una tela raffigurante una “Madonna Glycophilousa tra S. Donato di Arezzo e S. Vincenzo Ferreri” ora nella Pinacoteca A. Marena a Bitonto. La sua pittura pur rivolta verso tendenze manieristiche tardo napoletane introdotte in Puglia da Gaspare Hovic e dal suo allievo Andrea Bordoni, rimarrà intrappolata dalle esigenze devozionali controriformistiche di una classe di nobili di provincia e di zelanti ecclesiastici, pur cercando uno svecchiamento della stessa.
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