Alziro Bergonzo (Bergamo, 30 dicembre1906 – Milano, 22 maggio1997) è stato un architetto e pittoreitaliano, esponente del razionalismo. È stato definito dalla critica "un protagonista del Novecento, caratterizzato da grande professionalità e dotato di una raffinata sensibilità formale"[1].
Torre dei venti (Bergamo)
Biografia
Figlio dell'ingegner Luigi Bergonzo (di origini piemontesi, laureato a Berna e trasferitosi a Bergamo ai primi del '900), Alziro studia al Liceo classico Paolo Sarpi e nel 1925 s'iscrive alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano dove è compagno di studi di Franco Albini e Giancarlo Palanti. Interrompe gli studi per il servizio militare e si laurea nel 1933, relatore Piero Portaluppi.[1]
Bergonzo architetto del fascismo a Bergamo
Lavorando nello studio paterno ha modo di conoscere direttamente altri noti professionisti e artisti nel campo della decorazione. Notato per la qualità dei suoi primi lavori (inclusa la pratica di cantiere presso l'aeroporto di Orio al Serio) comincia a ricevere varie committenze pubbliche e private, in genere a Bergamo e provincia.[1]
Negli anni '30 Bergonzo progetta numerose Case del Fascio nella bergamasca e oltre (Nembro, Fontanella, Caravaggio, Ponte in Valtellina, Ponte San Pietro), oltre ad altri edifici pubblici (colonia elioterapica di Palazzolo sull'Oglio, asilo materno di Bratto, scuola elementare di Leffe) e opere celebrative in città: il Monumento ai Caduti per la rivoluzione fascista (1937), la fontana "zuccheriera" a Porta Nuova (1939) e la Torre dei venti (1940-41).
Per privati realizza inoltre l'albergo Franceschetti e il salone dell'hotel Santa Maria al Passo della Presolana (1934), oltre alla villa Trussardi e all'edicola funeraria di famiglia presso il cimitero monumentale di Bergamo.[1]
Allo scoppio della seconda guerra mondiale trasferisce lo studio a Roma, dove partecipa al concorso per l'EUR e collabora con Luigi Moretti per la sistemazione del Foro Italico presso la Farnesina.[1]
Bergonzo nel dopoguerra
Nel dopoguerra Bergonzo viene epurato dall'Albo professionale per la sua partecipazione al fascismo (era stato anche segretario del GUF) ma già nel 1946 vince un concorso per la sistemazione del Lido di Venezia e viene reintegrato. Progetta a Bergamo la nuova Villa Trussardi, a Milano il Teatro Manzoni, un'opera portuale in Arabia Saudita, il Palazzo
dei Congressi a Stresa (1956-57) e il Cinema Teatro Nuovo (1960), oltre alla Chiesa dei Paolotti a Rimini.[1]
Dopo vari lavori legate a opere pubbliche, Alziro Bergonzo riserva i suoi progetti alla committenza privata, dedicando ampia parte della sua creatività anche al mondo della pittura, che lo ha sempre più coinvolto negli ultimi anni.
Alziro Bergonzo muore a Milano nel dicembre del 1996 poco dopo l'inaugurazione dell’ultima sua opera, la nuova Piazza della Libertà a Bergamo.[1]
Opere
"Casa dell'ONB", poi auditorium Modernissimo, Nembro, 1936Casa della Libertà (Bergamo), 1939"Casa del Fascio", Municipio di Nembro, Nembro, 1940
Portale del nuovo cimitero, Gazzaniga (1929-30)
Hotel Franceschetti, passo Presolana (1929)
Casa del Balilla, poi Liceo Scientifico F. Lussana, Bergamo (1932)
Casa Pellegrini, via San Francesco di Assisi, Bergamo (1932-33)
Salone dell'Hotel Santa Maria, passo Presolana (1934)
Fontana di Porta Nuova detta zuccheriera , Bergamo (1935-39) - anche in uso come distributore di benzina[2]
Colonia elioterapica "Cesare Battisti", Palazzolo sull'Oglio (1935-36)[3]
Casa del Fascio, Fontanella (1935-36)
Asilo Infantile “Bice Ausenda”, Bratto (1936)
Casa dell'Opera nazionale balilla, poi Auditorium Modernissimo, Nembro (1936)
"Il giorno 28 Ottobre 1939 (anniversario della marcia su Roma) viene inaugurato il "monumento ai martiri della rivoluzione fascista". L'opera sorge nella piazza davanti al municipio di Bergamo. Consta di un podio di due stele. Il podio reca un lungo bassorilievo suddiviso in quattro parti. la prima narra l'intervento e la guerra 15-18; la seconda la fondazione dei fasci e il discorso di Dalmine di Mussolini del 19 Marzo 1919;la terza celebra la vittoria dello squadrismo e la marcia su Roma; la quarta la conquista dell'impero e il trionfo della civiltà fascista. La stele a lato del podio porta incisa una delle più significative frasi del discorso di Mussolini della fondazione dell'impero. L'opera realizzata in marmo su progetto dell'architetto Alziro Bergonzo. Le sculture sono eseguite da Leone lodi." L'ultimo monumento della Bergamo fascista fu demolito all'indomani della seconda guerra mondiale.Bergamo, arte fascista
"Anche numerosi complessi scultorei espressamente concepiti per celebrare la storia del Littorio subirono il medesimo trattamento, come il Monumento alla Rivoluzione Fascista, edificato a Bergamo nel 1937 dall'architetto Alziro Bergonzo (Fig. 4). La scultura era sorta nella pubblica piazza del municipio per ricordare i martiri fascisti e recava quattro ampi bassorilievi narrativi inneggianti alla vittoria del Fascio: il suo significato risultò incompatibile con il nuovo corso degli eventi per i partigiani che, il 25 aprile 1945, smantellarono l'intera opera architettonica senza risparmiare nessuna delle figure ricavate nel marmo di Leone Lodi." Giorgio
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