Ambrogio Nava (Milano, 13 febbraio 1791 – Milano, 27 agosto 1862[1]) è stato un architetto e pittore italiano, esponente del Neoclassicismo milanese.
Pittore paesaggista dilettante e mecenate dell'arte[2], fu presidente dell'Accademia di belle arti di Brera tra il 1850 e il 1854.[3]
Tra i suoi lavori architettonici si annoverano, tra le altre cose, il termine dei lavori di costruzione della Villa la Rotonda d'Inverigo e della Rotonda di Tregasio (1842)[4][3] (lasciate incompiute da Luigi Cagnola), il campanile della chiesa parrocchiale di Torrevilla (Monticello)[3], la parrocchia di Romanò Brianza[4] e, soprattutto, il restauro del tiburio del Duomo di Milano nel 1844-1845.[4] In seguito a quest'ultimo lavoro scrisse anche diverse relazioni e l'opera Memorie e documenti storici intorno all'origine, alle vicende e ai riti del Duomo di Milano (Milano 1854)..[5][6] Nel 1853 succedette a Pietro Pestagalli nella direzione delle nuove opere del Duomo[4][7]
Tra i suoi dipinti si ricordano Beltà, esposto a Brera nel 1831, e Allegoria funebre in memoria di Angiola Franzini Mazzoleni, conservato nella raccolta dell'Ospedale Maggiore di Milano.[2]
Sposò nel 1834 Francesca D'Adda (vedova di Luigi Cagnola, il quale lo iniziò all'arte e all'architettura).
Fu ritratto da Francesco Hayez[8]; questo dipinto, oggi conservato presso le Civiche Raccolte d'Arte di Busto Arsizio, generò diverse polemiche per il suo carattere filo-asburgico, e venne sfregiato nel 1852 dal patriota Carlo De Cristoforis.[8][3]
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