Antonio Carbonati (Mantova, 3 giugno 1893 – Roma, 22 novembre 1956) è stato un pittore italiano.
Dopo aver conseguito il diploma di ragioniere, fu assunto dall'Amministrazione provinciale di Mantova che abbandonò dopo 4 mesi per dedicarsi completamente all'arte.[1]
Dopo aver studiato all'Accademia di Belle Arti di Venezia, alla cattedra di Ettore Tito, si perfezionò a Roma con Giulio Aristide Sartorio che lo volle a collaborare nella creazione del cosiddetto Fregio del Parlamento a Palazzo Montecitorio.[1] Stabilitosi a Roma si dedicò alla pittura utilizzando esclusivamente la tecnica dell'acquaforte e dal 1917 realizzò numerosi scorci della città, in seguito acquistati dal comune[senza fonte]. Nel 1919 si recò a Parigi dove realizzò una serie di acqueforti acquisite per essere esposte al Museo Carnavalet[senza fonte].
Dopo essere rientrato in Italia, dal 1921 realizzò una serie di dipinti rappresentanti scorci delle più importanti città italiane.
A Parigi gli venne assegnata una medaglia d'oro, nel 1925, all'Esposizione internazionale alla quale partecipò con delle sue opere.
Partecipò alla Mostra di arte italiana dal 1800 a oggi[2], tenuta a Berlino nel 1937 e nel 1938 eseguì a Trieste una serie di acqueforti riproducenti la Raffineria Aquila di Trieste, attualmente conservate ed esposte al Museo Fisogni.
Partecipò alle prime sette edizioni della Quadriennale di Roma[3].
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