Antonio Marescotti, oppure Antonio Marescotto (Ferrara, XV secolo – Ferrara, XV secolo), è stato un medaglista e scultore italiano.
Marescotti nacque a Ferrara entro il terzo decennio del XV secolo e risultò attivo dal 1444 al 1462.[1]
Lavorò soprattutto per Borso d'Este, caratterizzandosi per uno stile severo e aspro che ben si adattava ai protagonisti da lui ritratti nelle medaglie, in particolare religiosi, dei quali seppe evidenziare l'importanza e la dignità, anche esprimendo una fisionomia realista.[2]
La prima medaglia firmata e datata 1444 è di forma rettangolare e raffigura San Bernardino da Siena, con gli elementi simbolicamente religiosi del sole (Gesù), dei raggi (Apostoli), della fascia attorno al Sole (felicità dei beati), il celeste sullo sfondo (fede) e l'oro (amore).[2]
Questa medaglia non è un esemplare unico, perché esistono altri due copie autografate, ma di forma circolare: una conservata al British Museum di Londra e una alla National Gallery of Art di Washington, eseguiti successivamente, tra la morte di Bernardino, nel 1444, e il 1450.[2]
Nel 1446 realizzò la medaglia firmata dedicata al beato Giovanni Tavelli, lo stesso anno della morte del vescovo, la cui dedizione ai poveri è menzionata nell'iscrizione, la cui grazia divina è raffigurata nel disegno del beato in ginocchio in preghiera; di questa medaglia ci sono più esemplari, tra cui uno al British Museum.[2][3]
Due anni dopo eseguì la medaglia con Autoritratto (1448) in cui Marescotti dimostra circa vent'anni, invece l'iscrizione sul verso, probabilmente è stata aggiunta in seguito.[2]
Significativa risultò la medaglia rappresentante il quarantenne bolognese Galeazzo Marescotti (circa 1450), con una commovente dedica sul verso alla morte di Camilla Malvezzi, la sua donna amata.[2]
Nel 1457 Marescotti realizzò una medaglia con il ritratto del tredicenne Galeazzo Maria Sforza (British Museum), allora duca di Pavia.[2]
È datata 1460 la medaglia dedicata al duca Borso d'Este, di cui un esemplare si conserva al British Museum, nella quale appare evidente il gusto per l'eleganza, per la prudenza e la purezza.[2]
Due anni dopo ultimò la medaglia di Fra' Paolo Alberti, membro dell'Ordine dei servi di Maria, caratterizzato da un'espressione grave del volto.[2]
Tra le altre medaglie si possono menzionare quella del cancelliere ducale Vittore Pavoni con sua moglie Taddea; quella del pittore Pisanello; quella di Giulio Cesare Varano, di Camerino; quella di Ginevra Sforza, moglie di Giovanni II Bentivoglio.[2]
Marescotti lavorò anche come scultore, e a lui è attribuito il busto di terracotta del beato Giovanni Tavelli da Tossignano (Ferrara, vestibolo dell'ospedale Sant'Anna).[2][1]
Marescotti morì dopo il 1463, data ricavata dalla datazione delle medaglie.[2]
Se nelle opere di Marescotti si evidenzia un rigorismo compositivo derivante dal Pisanello, lo stile di Marescotti si dimostrò anche originale e personale grazie a una spontanea e immediata liricità, così che la squisitezza del modellato non si limita ad imitare l'eleganza dei modi del Pisanello.[1][4]
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