Abramo insegna l'astrologia agli egiziani, 1665La Vergine appare agli appestati - particolare - (1666) Scuola Grande di San Rocco Scalone a sinistraAntonio Zanchi - incisione di Antonio Pazzi.
Biografia e stile
Il pittore si afferma sul panorama artistico italiano, fin dalle prime produzioni, come uno degli esponenti di maggior spicco della poetica dei "tenebrosi", sulla scia di Luca Giordano e Giovan Battista Langetti[1].
La vicinanza a questo filone artistico si concretizza nella sua arte in una certa violenza chiaroscurale e in impostazioni compositive drammatiche. Tali caratteristiche finiranno per diluirsi verso la tarda maturità dello Zanchi, a partire dagli anni Ottanta del Seicento, quando questi inizierà a fare uso di un colorismo abbastanza acceso che attenuerà il suo impegno come pittore tenebroso[1][2].
Verso l'ultima produzione, allo stesso modo, anche le composizioni pittoriche si faranno meno sciolte e più forzate, risultato di tentativi artificiosi e poco organici di proseguire verso nuovi modelli artistici[2].
Opere
Sansone e Dalila, 1660, Northampton, Northampton Museums & Art Gallery[3]
Abramo insegna l'astrologia agli egiziani, 1665, Venezia, chiesa di Santa Maria del Giglio.
Pier Virgilio Begni Redona, Pitture e sculture in San Nazaro e Celso in AA.VV., La collegiata insigne dei Santi Nazaro e Celso in Brescia, Editrice la Scuola, Brescia 1992
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