Bärbel Bohley (Berlino, 24 maggio 1945 – Berlino, 11 settembre 2010) è stata un'attivista e pittrice tedesca.
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Divenne pittrice professionale nel 1974, e nel 1976 vinse come premio in un concorso un viaggio di due settimane in Russia, viaggio da cui tornò scioccata e critica verso la politica comunista.[1] Nel 1982 fondò l'associazione pacifista politicamente indipendente "Frauen für den Frieden" (Donne per la pace), ma l'anno successivo l'associazione fu chiusa e lei fu incarcerata per presunto spionaggio.[1][2] Liberata in seguito a forti proteste internazionali, fu comunque messa sotto stretta sorveglianza dalla Stasi, le fu ritirato il passaporto e le fu vietato di commerciare con le sue opere o di esporle in mostre o fiere.[1]
Nel 1985 fondò "Initiative für Frieden und Menschenrechte" (Iniziativa per la pace e le libertà civili"). Nel 1988, dopo una dimostrazione fu nuovamente arrestata e le fu offerto il passaporto e la possibilità di andare in Inghilterra, ma 6 mesi dopo decise di rientrare in patria.[1][2] Un anno dopo prese parte alla fondazione del movimento d'opposizione Neues Forum, che contribuì alla dissoluzione della Germania Est.[1][2] Dopo la caduta del muro di Berlino manifestò più volte critiche verso le modalità dell'unificazione.[1] Trasferitasi in Croazia per seguire il secondo marito nel 1996, fece ritorno a Berlino nel 2008, e qui morì di cancro ai polmoni nel 2010.[1]
Nel 2009 le era stato conferito il Premio Quadriga.
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