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Belisario Corenzio (forme varianti: Bellisario; Acaia, 1558Napoli, 1646?) è stato un pittore italiano, specializzato negli affreschi.

Belisario Corenzio, chiesa dei Santi Severino e Sossio, volta della cappella Medici, ante 1593
Belisario Corenzio, chiesa dei Santi Severino e Sossio, volta della cappella Medici, ante 1593

Biografia


Si trasferì in giovane età a Napoli. Nel 1609 i benedettini gli affidarono la decorazione delle volte della navata, del transetto e del coro della chiesa dei Santi Severino e Sossio, dove aveva dipinto anche alcune cappelle. Fra queste gli va verosimilmente ascritta - in accordo con Bernardo De Dominici[1] e la letteratura periegetica napoletana - la decorazione della cappella Medici di Gragnano, con le Storie di san Benedetto, Mauro e Placido (ante 1593)[2], tra fastosi motivi ornamentali a stucco. Lo schema della volta medicea - uno scompartimento mediano raccordato da quattro pannelli rettangolari ai lati - dovette senz'altro essere recepito nell'ambiente locale come maturo tassello del discorso brillantemente iniziato a Napoli vari decenni prima da Giorgio Vasari e portato avanti nella certosa di San Martino da un'intera nuova generazione di artefici provenienti dal grande crogiolo culturale della Roma di papa Sisto V[3].

Nel 1615 affrescò la volta lunettata dell'abside della chiesa di Santa Maria di Costantinopoli. Nel 1629 affrescò la cupola di Montecassino (persi per il bombardamento del 1944). Del pari perduti sono gli affreschi di una galleria del palazzo Capuano di Portici, distrutti a seguito dell'abbattimento della stessa, al fine di fare luogo all'attuale via Libertà.

Operò per molti anni nella chiesa di Santa Maria la Nova (ne affrescò il soffitto). Creò quattro sue tele in Santa Maria del Popolo (Natale, Epifania e Presentazione, Riposo in Egitto). Nell'interno della chiesa di Santa Patrizia ci sono dipinti di questo pittore mentre alcuni affreschi sono ancora visibili nel Castel Capuano, dove il pittore operò nel 1608, come risulta da cedole di pagamento rinvenute presso l'archivio storico del Banco di Napoli.

Nel "Tempietto" della basilica di Santa Maria a Parete, in Liveri (NA) il Corenzio dipinse due affreschi, il più grande dei quali, posto nella parte destra, raffigurante scene sulla Danza della morte, sul Giudizio, l'Inferno ed il Paradiso (1603-1604). Altre pitture sono invece a Nola, presso la Chiesa dell'Annunziata.

Morì tragicamente nel 1646 cadendo da un ponteggio nella chiesa dei Santi Severino e Sossio, dove è sepolto, mentre ritoccava gli affreschi del transetto.


Note


  1. Bernardo De Dominici, Vite de pittori, scultori ed architetti napoletani, vol. II, Bologna, 1979, p. 305. URL consultato il 17 dicembre 2015.
  2. Nella cappella è infatti datata 1593 la pala di Fabrizio Santafede, che logica di cantiere suggerirebbe eseguita in un secondo tempo. L'attribuzione al Corenzio sembra confermata dalla sua predilezione a dipingere "istoriette di picciole figure" (ivi, p. 305), espressa anche nell'attiguo Monte di Pietà, dove Belisario è documentato proprio accanto a Fabrizio Santafede. Sulla cappella si veda: Lawrence R. d'Aniello, La cappella Medici di Gragnano nella chiesa dei Santi Severino e Sossio a Napoli, in Napoli nobilissima, 5, vol. 6, fasc. 1/4, genn.-ago. 2005, pp. 21-64, SBN IT\ICCU\NAP\0525433.
  3. Il cantiere della certosa di San Martino si poneva in quegli anni al punto d'origine d'una nuova stagione degli edifici sacri, volta a sostituire i soffitti affrescati alla più tradizionale e consolidata prassi dei soffitti cassettonati.

Bibliografia



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[de] Belisario Corenzio

Belisario Corenzio (* 1558 in Achaia, Griechenland; † 1646[1] in Neapel, Italien) war ein italienischer Maler griechischer Herkunft, der zur neapolitanischen Schule gehörte.[2]

[en] Belisario Corenzio

Belisario Corenzio (Greek: Βελισσάριος Κορένσιος 1558–1646) was a Greek-Italian painter, active in Venice and Naples. He is one of few Greek painters that did not belong to the Cretan Renaissance like his contemporaries of the time. He escaped the maniera greca completely. He adopted the Venetian style. Other similar Greek painters were Marco Basaiti, Ioannis Permeniates, Antonio Vassilacchi and El Greco. He was sometimes referred to as Il Greco. His teacher was prominent Venetian painter Tintoretto. In 1590, at age 32 Corenzio settled in Naples. Corenzio was influenced by Cavalier d'Arpino. He continued to flourish in the region. His apprentices included: Luigi Rodriguez, Andrea di Leone, Onofrio De Lione and Massimo Stanzione. Corenzio painted many frescos that survived today. Some of his works are in the Church of San Severino and Certosa di San Martino. His style resembles Caravaggio. An Italian legend in Naples exists involving Corenzio, Spanish painter Jusepe de Ribera, and Battistello Caracciolo. They were referred to as the Cabal of Naples. The three painters were rumored to have poisoned their competition for painting contracts. The rumors lack documented evidence. The three painters were very popular in Naples. Corenzio frescoed the Crypt that holds the remains of Matthew the Apostle at Salerno Cathedral and it depicts scenes from the Gospel of Matthew. Corenzio was one of the most celebrated fresco painters in Naples during his time. His drawings can be found all over the world namely at the Metropolitan Museum, Museo di Capodimonte and Louvre.[2][3][4][5][6]

[fr] Belisario Corenzio

Belisario Corenzio (Achaïe en Grèce, 1558 – Naples, 1643), Grec de naissance, est un peintre italien maniériste de l'école napolitaine, spécialiste des fresques.
- [it] Belisario Corenzio

[ru] Коренцио, Белизарио

Белиза́рио Коре́нцио (Belisario Corenzio) (Пелопоннес около 1558–Неаполь 1643) - итальянский художник маньерист XVI - XVII веков, грек по происхождению.



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