Carlo Cesi o Cesio (Antrodoco, 17 aprile 1622 – Rieti, 1682) è stato un pittore e incisore italiano.
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Figlio di Pietro, originario di Todi, nasce ad Antrodoco in provincia di Rieti nel Lazio. Nel suo paese natale, nell'ex convento di Santa Chiara al Corso, sono conservati suoi documenti relativi alla vita e alle opere.
Sedicenne nel 1642, Cesi si trasferisce a Rieti, dove viene avviato allo studio del disegno e della pittura, e in seguito grazie al suo nascente talento direttamente a Roma, dove perfeziona la sua formazione artistica al seguito di Pietro da Cortona, che in seguito lo presenta ad importanti personaggi dell'epoca, tra i quali la regina Cristina di Svezia e il cardinale Decio Azzolini, sostenendo altresì la sua iscrizione all'Accademia di San Luca nel 1651, di cui divenne principe 24 anni dopo.
Cesi raggiunge un discreto successo nel 1657 realizzando il suo primo capolavoro: un affresco raffigurante il giudizio di Salomone, custodito a Roma nel palazzo del Quirinale (galleria Alessandro VII).
Intorno allo stesso periodo pubblica una serie di 44 incisioni all'acquaforte degli affreschi della Galleria Farnese di Annibale Carracci. Tra questi, Il trionfo di Bacco e Arianna del pittore bolognese influenza la realizzazione a fresco dello stesso soggetto sulla volta del salone d'onore di Palazzo Bonconpagni Corcos a Monte Giordano eseguita qualche anno più tardi. La decorazione del palazzo rimane il più importante ciclo figurativo del Cesi.
Intorno al 1659 realizza alcune delle sue opere più importanti tra cui un trittico raffigurante la Trinità, l'Immacolata e san Dionigi, conservata oggi presso l'Accademia di Francia a Roma e Lo sposalizio mistico di Santa Caterina in santa Maria della Pace.
Dal 1666 mostra una evoluzione degli insegnamenti del Cortona, proprio a partire dagli affreschi La Madonna con il bambino e I santi Carlo Borromeo e Filippo Neri.
Dal 1659 in poi pubblica una serie di incisioni, una delle quali, realizzata nel 1688, è conservata a Roma nel Gabinetto nazionale delle stampe. La sua abilità in tale campo gli consente di diventare uno dei più stimati incisori dell'epoca e le acqueforti degli affreschi del Carracci a Palazzo Farnese saranno replicate in ben cinque edizioni.
A Roma nel 1692 viene pubblicata un'altra serie di incisioni raffiguranti le dieci coppie di putti affrescati da Guido nel palazzo Mazarino al Quirinale e un'altra serie raffiguranti le decorazioni della galleria del palazzo Pamphili di piazza del Collegio romano a Roma.
A testimonianza della sua fama, Carlo Cesi viene investito dell'onorificenza di camerlengo dell'arte dei pittori fino al 1670 e nel 1675 principe dell'Accademia di San Luca.
Cesi dedica molto impegno all'insegnamento, come è testimoniato dal suo libro Cognizione dei muscoli del corpo umano per uso del disegno (Roma, 1679).
Si ritira infine a Rieti nel 1681, dove muore un anno dopo.
Sue opere sono rinvenibili a Roma:
Ad Ariccia:
Presso il Museo civico di Rieti:[1]
Altri progetti
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