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Carlo Ridolfi
Biografia
Nacque a Lonigo, nella provincia vicentina, ma si trasferì molto giovane a Venezia, dove fu allievo del pittore Antonio Vassilacchi, noto come l'Aliense[2]. Di Ridolfi pittore si ricorda, in particolare, una Visitazione già nella chiesa di Ognissanti (ora alle Gallerie dell'Accademia, depositi), un'Adorazione dei Magi, ancora visibile nella chiesa di San Giovanni Elemosinario e la copia della Lavanda dei piedi di Tintoretto nella Chiesa di San Marcuola. L'originale entrò nella collezione di Carlo I d'Inghilterra e oggi si trova nel Museo del Prado.[3][4] La copia di Ridolfi resta ancora nella Chiesa di San Marcuola.[4] Altre opere sono oggi sparse nella Terraferma veneta. Nella chiesa parrocchiale di Sant'Alessandro Martire a Cortenuova (Bg) si conserva una Santa Maria Maddalena in adorazione dei chiodi della Santa Croce databile alla prima metà del XVII secolo. Nella chiesa arcipresbiterale di Dossena (Bg) sono presenti la Coronazione di spine e la Flagellazione (1650).
Fu anche incisore ma soprattutto collezionista di disegni, come il suo omologo toscano Giorgio Vasari: molti pezzi della sua raccolta si trovano oggi presso la Christ Church Library di Oxford, in Inghilterra.
Il biografo degli artisti
Carlo Ridolfi, Vita del Tintoretto
Carlo Ridolfi è ricordato soprattutto per aver scritto una raccolta di biografie di pittori veneti: la sua opera più nota si intitola Le Maraviglie dell'arte[5], uscita nel 1648. In precedenza aveva dato alle stampe la vita di Jacopo Tintoretto (1642) e quella di Paolo Veronese (1646)[6].
Se Vasari si dedicò soprattutto agli artisti toscani, il Ridolfi trattò specialmente quelli di terra veneta: la sua intenzione era quella di completare il testo vasariano, che trascurava gli artisti della Serenissima. Lo stile letterario di Carlo Ridolfi è spesso ampolloso e ricco di citazioni erudite, mentre le sue vite sono quasi sempre arricchite di aneddoti e curiosità biografiche. Nonostante alcuni suoi giudizi siano stati messi in discussione[7], il libro di Ridolfi rimane comunque una fonte fondamentale per la storia della pittura del Cinquecento veneto.
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