Carmine Lantriceni (Napoli, fine XVII secolo – XVIII secolo) è stato uno scultore italiano.
Non si posseggono notizie biografiche, su questo scultore di scuola napoletana di epoca tardo-barocca. La sua attività è documentata dalle numerose sue sculture che ci sono pervenute.
Nell'isola di Procida, chiude la processione dei Misteri del Venerdì Santo - che si svolge dall'antico borgo Terra Murata fino al porto, alla Marina Grande - la statua lignea del Cristo morto, scolpita da Carmine Lantriceni nel 1728 e custodita per il resto dell'anno nella chiesa di San Tommaso d'Aquino, dove ha sede la Congrega dei Turchini che possiede la statua e che la porta in processione. Si tratta di un'opera di impressionante realismo, di forte impatto emotivo, di drammatica potenza, volta a suscitare la pietà e la commozione.[1]
A Montesarchio, provincia di Benevento, nella chiesa di Santa Maria delle Grazie, nella cappella laterale che è dedicata all'Immacolata Concezione, è conservata una figura lignea della Madonna, scolpita da Lantriceni. Al Museo diocesano di Pozzuoli è esposto un busto di legno di San Gennaro, scolpito nel 1720 circa da Carmine Lantriceni.
Egli ha anche realizzato un busto di San Giovanni Battista - patrono del paese - per l'altare maggiore della parrocchiale di Massaquano, frazione di Vico Equense; inoltre, i busti, su basi intagliate, dei santi Filippo e Giacomo, datati 1715 e conservati sull'altare maggiore della parrocchiale di Diso, provincia di Lecce. A Cartagena (Spagna) - arrivato da Napoli, fra il 1720 ed il 1725 e destinato alla chiesa della SS. Vergine della Carità - si trova un monumentale gruppo della Pietà, da lui scolpito. È anche l'autore di un'altra Pietà, che si trova a Frattaminore, provincia di Napoli.
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