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Cipriano Pelli (Aranno, 175022 dicembre 1822) è stato un pittore, politico, scenografo teatrale svizzero-italiano.

Affresco del 1795 nella cappella della Checcia nella chiesa di Santa Maria del Sasso.
Affresco del 1795 nella cappella della Checcia nella chiesa di Santa Maria del Sasso.

Biografia


Nasce ad Aranno, Canton Ticino, Svizzera. Il padre Domenico è architetto, la madre Giacoma Antonia Fossati appartiene a una celebre famiglia di artisti ticinesi di Morcote. Cipriano prende giovanissimo la via di Venezia, dove ha per maestro Domenico Fossati, pittore, fratello di sua madre. Non è escluso che abbia anche studiato con il nonno, l'architetto Giorgio Domenico Fossati.

Dai pochi documenti si può dedurre che il giovane lavora inizialmente con lo zio, scenografo teatrale e pittore prospettico molto noto, attivo a Venezia e in altre città dell'Italia nord orientale. La firma su un dipinto (Ciprian Pelli fecit anno 1767 Venezia) permette di constatare che Cipriano è pittore molto precoce e di un certo talento. Verso il 1777 Cipriano, che ha solo 27 anni, passa un lungo periodo in patria. In quell'anno si sposa a Vico Morcote con Orsola Ruggia, dal matrimonio nasce il figlio Vittore (pure lui pittore e valido scenografo a Venezia), e svolge anche un'intensa attività di pittore prospettico decorando con affreschi illusionistici la chiesa di San Vittore di Aranno e la chiesa di San Lorenzo di Ligornetto. Sono decorazioni di qualità, che testimoniano di una grande padronanza tecnica, frutto non solo di studi, ma di un'esperienza pratica e concreta del mestiere.

Dieci anni dopo, Cipriano è in Danimarca, dove dipinge le scenografie della tragedia "Emilia Galotti" di Lessing andata in scena a Copenaghen il 15 settembre 1786. Il suo operato ha successo, e gli viene affidata un'altra pièce, il balletto Semiramide. Ne troviamo le lodi negli annali danesi del teatro: ...un'eccellente decorazione di Pelli, un magnifico scenografo italiano che fu autore della decorazione degli appartamenti reali e della sala d'udienza, ottennero la grande ammirazione del pubblico. Una decina d'anni dopo, verso il 1795, esegue il suo ultimo lavoro conosciuto: la cupola in trompe-l'oeil della cappella Checcia nella chiesa di Santa Maria del Sasso di Morcote.

Restano diversi suoi disegni per scenografie, opere su carta e alcune pitture su tela, nelle quali paesaggi e rovine di sapore preromantico si sposano con architetture più geometriche. L'artista si ispira spesso da vicino ai maestri veneti del Settecento. Dopo il 1790 ritorna definitivamente in patria: i documenti ticinesi si fanno più numerosi, e suggeriscono una presenza stabile ad Aranno. È in quegli anni che, secondo gli studiosi, l'artista comincia a insegnare regolarmente disegno architettonico, prospettiva e pittura, fondando una vera e propria scuola. In un autoritratto di quegli anni, il pittore più o meno cinquantenne, tiene in mano un suo disegno di tempio antico.

Le ultime sue notizie datano degli anni della Repubblica Elvetica: l'artista, personaggio importante nella regione, svolge un'intensa attività politica. Prima, nel Consiglio di Governo formato a Lugano nel marzo 1798; poi nel Consiglio Provvisorio di Governo del luglio 1799; di questo Consiglio diventa, un mese dopo, Presidente. Dal 1802 fino alla morte, sopravvenuta il 22 dicembre 1822, di lui non restano altre notizie.


Bibliografia



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Collegamenti esterni


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