Dilvo Lotti (San Miniato, 27 giugno 1914 – San Miniato, 22 aprile 2009) è stato un pittore italiano.
Dilvo Lotti ha iniziato a dipingere nel 1931 con una scatola di colori ad olio regalatagli dal suo insegnante Francesco Chiappelli, scatola che è ancora oggi conservata nella casa-museo di San Miniato.[1] Frequenta con la guida di Chiappelli l’Istituto d'arte di Porta Romana a Firenze[2] dove si diploma nel 1935 discutendo la tesi su Honoré Daumier.
Gli anni Trenta del Novecento sono anni passati prevalentemente a Firenze, dove artisti e letterati sono soliti incontrarsi il locali come "Le Giubbe Rosse" o “l'Antico Fattore”. Scambia lettere con personaggi della cultura fiorentina: Ardengo Soffici, Giovanni Papini, Baccio Maria Bacci, Nicola Lisi, Piero Parigi, Francesco Chiappelli, Giorgio La Pira, e alcuni scrivono critiche su di lui.[3] Nel 1940, dopo un breve soggiorno a Milano, vince il Premio Panerai[4] con l'opera Natura morta e bambino.
Esponente dell'Espressionismo europeo,[5] tiene però conto della tradizione e cerca un rapporto con l'arte sacra;[4] nel 1941 espone alla Galleria di Roma ed è invitato a partecipare alla Triennale di Milano, la Quadriennale di Roma e, nel 1942, alla Biennale di Venezia (con una sala di sedici opere).[6] Nel 1947 nella sua città dà vita, insieme ad altri amici, all’Istituto del Dramma Popolare.[7] In questi anni firma la regia degli spettacoli Marianna Pineda[8] e Essi arrivarono ad una città. Nel 1950 è invitato al Premio Carnegie a Pittsburg.[9]
Dal 1953 al 1985 si dedica a vaste opere ad affresco e graffito presso chiese ed altri edifici.[10]
Nel 1966 viene inaugurato il Museo diocesano d'Arte Sacra di San Miniato, per opera ed interessamento dello stesso Lotti, negli spazi dell'antica sacrestia, attigua alla Cattedrale di Santa Maria Assunta e di San Genesio.
Nel 1968 viene insignito dal Presidente della Repubblica di "Medaglia d'argento ai benemeriti della scuola della cultura e dell'arte"[11] Nel 1983 viene nominato Accademico Corrispondente della Pontificia Insigne Accademia dei Virtuosi al Pantheon.[12] Nel 1995, dal 10 maggio al 9 giugno a Hildesheim (Germania) gli viene dedicata una mostra antologica nelle due sedi del Palazzo Comunale e della Chiesa di San Jacopo.
Notevoli le dimensioni di alcuni lavori, come la Processione degli Scalzi o il Martirio del Savonarola. Talvolta ha usato anche la tecnica del buon fresco. È anche autore di vari studi a carattere storico e artistico, in particolare una storia di San Miniato.[13]
il 20 febbraio 2009 è stato insignito del titolo di Accademico d'onore dalla LABA, Libera Accademia di Belle Arti di Firenze, durante la presentazione della prima tesi di Laurea sul suo lavoro, intitolata "Dilvo e le sue donne" , della studentessa Lara Cavallini.
In questa casa Dilvo Lotti ha lavorato per quasi tutta la sua vita insieme a sua moglie Giuseppina. Si tratta di una tipica casa a torre sviluppata su tre livelli, in cui lo studio dell'artista è in alto.
Dilvo Lotti è autore di tre libri sulla storia di San Miniato e curò anche le illustrazione di un quarto.
![]() | Medaglia d'argento ai benemeriti della scuola della cultura e dell'arte |
— Roma, 2 giugno 1967[11] |
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