Dirk o Theodor Helmbreker o Helmbrecker (Haarlem, 1633 o 1624 – Roma, 1696) è stato un pittore e disegnatore olandese del secolo d'oro.
Figlio di Cornelis, musicista e organista della chiesa di Saint Bavo ad Haarlem, fu inizialmente destinato dal padre alla carriera musicale, ma ben presto dimostrò attitudine per la pittura[1][2].
Dopo aver studiato presso il pittore di figure Pieter de Grebber[3] verso la fine degli anni '40, entrò nella Corporazione di San Luca ad Haarlem nel 1652[1][4].
Successivamente viaggiò con Cornelis Bega, Guillam Dubois (c. 1610-1680) e Vincent Laurentszoon van der Vinne in Germania, Svizzera ed Italia[1][4]. Arrivò a Venezia, dove trovò protezione presso il senatore Loredano per quattro mesi[2], e fu a Roma nel 1654[4]. A partire dal 1659 si stabilì a Roma dove si associò alla Schildersbent (birds of a feather), un gruppo di artisti nordeuropei che si opponevano all'Accademia romana[1]. Studiò le opere dei grandi maestri del passato[2].
Nel 1678 si trasferì a Parigi, dove lavorò con Frederik de Moucheron[1]. Dopo tre anni ritornò in Italia, dove ebbe commissioni a Torino, Firenze e Roma[1]. Lavorò anche con Viviano Codazzi[4].
Filippo Baldinucci scrisse una sua biografia nel 1694 basandosi sulle informazioni fornite dal religioso Francesco Marucelli[4] che possedeva ventun opere di Helmbreker. Secondo quest'ultimo, importanti collezionisti a Roma e Firenze (Marucelli, Folco Rinuccini, Pierantonio Gerini (1650–1707), il Cardinal Flavio Chigi, il Conte Angiolosa e la famiglia Colonna) si disputavano i dipinti di Helmbreker, che erano venduti per grosse cifre[1][4]. Fra gli estimatori di Helmbreker vi era anche il Principe Ferdinando de' Medici, che prediligeva le opere di piccole dimensioni, tanto da aver destinato un'apposita stanza per i dipinti di questo tipo. Egli possedeva alcuni dipinti di quest'artista tra cui Ballo di contadini (il saltarello), che rientra nel genere delle bambocciate a molte figure di cui Helmbreker era specialista, Cucina rustica (capriccio di zingari, suonatori e bevitori)[5].
Lavorò per il Cardinale de' Medici per circa quattro mesi[2][6]. Dipinse parecchi quadri a Roma per i Gesuiti, che gli fornirono un alloggio per due anni[2]. Nel 1695 dipinse un quadro per l'altare principale della Chiesa di San Giuliano dei Fiamminghi a Roma.
Spesso Helmbreker creava composizioni complesse con molte diverse scene aneddotiche e figure. Enfatizzando temi non impegnativi, dipingeva spesso anche scene religiose con sfondi costituiti da paesaggi con rovine di edifici romani[1], evidenziando così la fine della distinzione tra pittura paesaggistica e di genere, fondendo stile fiammingo e stile italiano[5] e ricordando talvolta i dipinti di Pieter van Laer[3].
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