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Ercole Salvatore Aprigliano (La Spezia, 25 gennaio 1892 – 6 settembre 1975) è stato un pittore e xilografo italiano.

La valle VaraCollezioni d'arte della Fondazione Cariplo.
La valle Vara
Collezioni d'arte della Fondazione Cariplo.

Biografia


Figlio primogenito di Vincenzo, originario di Aprigliano, piccolo paese del cosentino e di Ida Montale, di nascita ligure, entrambi di condizioni modeste, nasce alla Spezia in una casa di piazza del Mercato.

Fin da giovanissimo rivela la sua inclinazione al disegno e alla pittura, indirizzando la sua attività artistica sotto la guida del pittore e maestro Felice Del Santo, legato alla scuola dei Macchiaioli toscani.

Amico del pittore Giuseppe Caselli, come lui allievo di Del Santo, frequenta Antonio Discovolo, dipinge scorci della città, paesaggi della Val di Vara, della Lunigiana e delle Cinque Terre.

Aprigliano si affaccia timidamente anche ai movimenti d'avanguardia, aderendo, pur con riserva, ai clangori del Futurismo.[1]

Con l'era della xilografia aperta alla Spezia da Emilio Mantelli attorno al 1910, Aprigliano ne diviene uno dei personaggi principali, influenzato dallo stesso Mantelli e da Lorenzo Viani.

Con lo scoppio della prima guerra mondiale, pur partendo per il fronte, Aprigliano non interrompe la sua attività pittorica e xilografica, il suo studio aperto nei pressi dell'ospedale civile verrà custodito dal fratello Ivo, quel Ivo Aprigliano che diverrà l'uomo del filo, funambolo ed equilibrista, che farà fortuna esibendosi nelle maggiori città italiane.

Con la fine della grande guerra Aprigliano è tra i promotori e fondatori della Zimarra, un cenacolo di artisti e scrittori come Renato Cogliolo, Enrico Carmassi, Giuseppe Caselli, Francesco Gamba, Giovanni Governato, Cafiero Luperini, Alberto Caligiani e Pietro Maria Bardi.

Nel 1934 partecipò a La Spezia alla prima Mostra del Sindacato interprovinciale, con un Ritratto di Pirandello eseguito con la tecnica della xilografia e un dipinto che gli valse una menzione in un articolo apparso sulla rivista Emporium, nel quale venne lodata la notevole vivacità della tavolozza[2]

La Chiesa del Sacro Cuore alla Spezia
La Chiesa del Sacro Cuore alla Spezia

Nel corso degli anni Aprigliano disegna, dipinge, incide il legno, e si cimenta anche come maestro vetraio, realizzando tra l'altro dal 1959 al 1961, quattro vetrate a finestra e tre rosoni per la Chiesa del Sacro Cuore alla Spezia.

Nel 1964 gli fu allestita una mostra personale a Roma presso la Galleria D'Urso, riassuntiva di tutta la sua opera. Partecipa a tutte le edizioni del Premio di Pittura Golfo della Spezia ed a collettive nazionali ed internazionali: Praga, Parigi, Londra ed a San Paolo del Brasile.[3]

Sue opere sono conservate al Castello Sforzesco di Milano, al Palazzo Bianco di Genova, al Museo d'Arte di San Paolo del Brasile, al Museo di Buffalo (Stati Uniti d'America), alla Pinacoteca di Praga, al Museo della Xilografia di Carpi[4], al Centro d'arte moderna e contemporanea della Spezia[5], nelle collezioni d'arte della Fondazione Cariplo di Milano, della Cassa di Risparmio della Spezia e in collezioni private[6]

Nel 2017, la giunta comunale della Spezia ha intitolato a Ercole Salvatore Aprigliano uno dei quattro parchi cittadini.


Mostre personali



Note


  1. catalogo 2007 - Futurismi Aeropittura Aeropoesia Architettura nel Golfo della Spezia, a cura della Fondazione Cassa di Risparmio della Spezia, pag 150.
  2. Ubaldo Fornelli, Cronache da la Spezia (JPG), in Emporium, vol. 79, n. 473, maggio 1934, p. 310. URL consultato il 24 febbraio 2015.
  3. Comanducci, Dizionario dei Pittori Italiani, vol. 1 pag 98
  4. Lista autori, su palazzodeipio.it. URL consultato il 30 maggio 2015.
  5. Mostre dalle collezioni, su camec.spezianet.it. URL consultato il 30 maggio 2015.
  6. catalogo 2013 - Il Patrimonio degli Spezzini, le Collezioni d'Arte Carispezia Gruppo Cariparma Crédit Agricole e Fondazione Cassa di Risparmio della Spezia, pag 34-37, 145-146.

Bibliografia



Collegamenti esterni


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