Federico Brandani (Urbino, 1520 – Urbino, 1575) è stato uno scultore italiano, oltre ad essere stato un noto stuccatore appartenente alla scuola manierista.
Biografia
Allievo di Giovanni Maria Mariani di Casteldurante, sotto la cui guida dal 1538 al 1541 si formò nell'arte a maiolica.[1][2]
In occasione del matrimonio di Guidobaldo II della Rovere con Vittoria Farnese, nel 1548 Brandani collaborò assieme ad altri artisti, tra i quali Ludovico Carracci, per impreziosire il Palazzo Ducale di Pesaro. Tra il 1551 e il 1553 lavorò per conto del Papa Giulio III alle fontane di Villa Giulia a Roma.[3]
Fino al 1560 fu impegnato nel Palazzo Ducale di Urbino in una serie di decorazioni a stucco; tra le opere conservate si possono ammirare il catino della cappella, il soffitto della "sala della preghiera" costituito da cinque riquadri imperniati da temi profani.
Sempre nella città di Urbino, Brandani si segnalò per i bassorilievi alla chiesa di Santa Caterina, il Presepe per l'oratorio di San Giuseppe, considerato uno dei suoi capolavori, costituito da scene della natività rappresentate da figure di stucco a dimensione umana, e i lavori alla Cattedrale su commissione del vescovo Felice Tiranni.
Verso la metà degli anni Cinquanta del secolo venne ingaggiato dal vescovo di Urbino mons. Felice Tiranni per importanti decorazioni anche alla sua dimora patrizia: Palazzo Tiranni-Castracane in Cagli. Il ciclo di stucchi della preziosa volta della sala con la Vittoria alata al centro si ritiene eseguito nel 1555 mentre la complessa alzata della caminiera del salone d'onore è datata 1571.[4].
Fra il 1560 e il 1562 operò al Palazzetto Baviera presso Senigallia[5], dove esegui la sontuosa decorazione dei soffitti di 5 sale; e al Palazzo Rocca di Fabriano[6].
Dal 1562 al 1564 ricevette l'invito dei Savoia per eseguire una serie di opere nei castelli di Fossano e Rivoli.
Verso gli ultimi anni della sua vita eseguì decorazioni nel Castello Brancaleoni a Piobbico, per conto di Antonio II di Monaldo,[7] e nella cappella dei Duchi d'Urbino alla Basilica della Santa Casa di Loreto, commissionata da Guidobaldo nel 1571-72[8][1] A Urbino tenne anche scuola di plastica, e fra i suoi allievi più noti vi fuorno Marcello Sparzo e Fabio Viviani, nel corso degli anni '60 del 1500.[9][10][11]
Considerato un seguace del manierismo ispirato agli schemi toscani e romani per quanto riguarda i figurati, resi ancora più eleganti grazie ad una tecnica a vibrati.
Se traspare una evidente influenza correggesca, negli ornati non manca la derivazione delle "grottesche" romane e in generale Brandani risente e riflette la tradizione quattrocentesca urbinate, imperniata su Piero della Francesca.[12]
Luigi Serra, L'arte nelle Marche: il periodo del rinascimento, G. Federici, 1934.
«La prima notizia che s'abbia del Brandani riguarda il suo collocamento per la durata di tre anni, a fin di apprendere l'arte del vasaio, presso Giovanni Maria Mariani»
J. A. Gere, "Taddeo Zuccaro as a Designer for Maiolica" The Burlington Magazine105 No. 724 (July 1963, pp. 304, 306-315) p. 310 note; also Paola Hoffman, "Scultori e stuccatori a Villa Giulia: Inediti di Federico Brandani", Rivista di critica e storia d'arte18 New Series 1967:48-66.
«Tenne qui Federico scuola di plastica, e fra' suoi discepoli due si segnalarono così che anco fuori di Urbino furon chiamati a condurre opere di quell'arte, e acquistaron per esse un gran nome.»
Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, Tipografia Emiliana, 1857.
«Nella patria tenne il Brandani scuola di plastica, e fa'suoi discepoli si segnalarono Marcello Sparzio, che assai lavorò in Genova, e Fabio Viviani che operò in tal città e in Pavia»
Guglielmo Stefani, Dizionario corografico dello Stato Pontificio, Civelli, 1856, pp.1397-1398.
«Tenne scuola in Urbino, e fra i suoi discepoli si segnalarono Marcello Spurzio e Fabio Viviani»
"Le Muse", De Agostini, Novara, 1964, Vol.II, pag.406
Bibliografia
A. Mazzacchera, Cagli in Palazzi e dimore storiche del Catria e Nerone, Bari, Gius. Laterza & Figli, 1998.
Massimiliano Furini, in Federico Brandani a Senigallia "i soffitti del Palazzetto Baviera" di Isabella Antonietti e Camillo Nardini - I gioielli di Senigallia II - gennaio 1995
Massimiliano Furini, "Federico Brandani e il - Cristo e la Maddalena - nella Chiesa di S. Agostino in Pesaro: analisi e proposta di intervento di restauro conservativo" ,Bologna, INARCOS nº 579, maggio 1997
Другой контент может иметь иную лицензию. Перед использованием материалов сайта WikiSort.org внимательно изучите правила лицензирования конкретных элементов наполнения сайта.
2019-2024 WikiSort.org - проект по пересортировке и дополнению контента Википедии