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Federico Ferrario (Milano, 1714Milano, 27 marzo 1802) è stato un pittore italiano.


Biografia


Federico Ferrario probabilmente milanese di nascita, studiò alla bottega del pittore, più portato all'affresco che alla pittura su cavalletto, Pietro Maggi. Risulta che fosse sposato forse con una parente del suo maestro: Margherita Maggi, ma che era sicuramente morta nel 1788. Dal matrimonio nacque un solo figlio: Carlo, che seguì i lavori del padre. Alla bottega del Maggi si specializzò nella stesura della pittura a fresco.[1]

volta di Sant'Alessandro della Croce con le storie del santo
volta di Sant'Alessandro della Croce con le storie del santo

Dell'artista non si conoscono opere giovani, ma è documentato dal 1750. Il primo documento risale al 1752, ed è un piccolo lavoro per la chiesa di San Filippo a Lodi.[2] Per aver maggior possibilità lavorativa l'artista oltre ad aver lavorato a Milano con gli affreschi per la chiesa di Sant'Alessandro si allontanò e si spostò in molte zone della Lombardia. Molte sue opere sono conservate nelle città di Pavia, a Monza, al Sacro Monte di Orta, a Cremona, a Piacenza, ma soprattutto nella bergamasca dove vi fu nel Settecento un grande lavori di ammodernamento di edifici di culto in stile neoclassico con la necessità di nuovi decori vi era quindi possibilità di trovare molte committenze. Furono gli anni dopo il 1760 che si intensificò la sua presenza a Bergamo dove lavorò con il quadraturista Bernardo Brignoli per molte delle sue opere.[2]

Sacro Monte Orta-Cappella di San Francesco
Sacro Monte Orta-Cappella di San Francesco

Pur avendo imparato a scuola del Maggi con discendenza della scuola milese grazie alla sua collaborazione con altri artisti e con gli studi del duomo di Monza poté ottenere uno stile più libero senza mai arrivare però allo stile rococò rimanendo sempre dai tratti conservatori. Gli anni trascorsi a Bergamo lo avvicinarono all'arte di Vincenzo Angelo Orelli e all'arte veneziana, rilevabile nelle opere successive i primi anni.

Nel 1790 fu nominato direttore dell'Accademia Ambrosiana, con Gian Antonio Cucchi, e Antonio De Giorgi, dove risulta che firmò richieste di sussidi per l'accademia stessa. Da quella data pare che non realizzò più dipinti. Morì nella sua casa a Milano.


Opere


Molti furono i lavori eseguiti dall'artista di cui alcuni sono andati perduti, particolarmente per il territorio di Bergamo, se ne citano solo alcuni:[3]


Note


  1. Federico Ferrario, San Giovanni Gualberto riceve in dono il frumento, su monasteroastino.smilevisit.it, Monastero astino. URL consultato il 3 giugno 2021.
  2. Federico Ferrario, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  3. Federico Ferrario, su servizi.ct2.it, EFL Storica Società Lombarda. URL consultato il 3 giugno 2021 (archiviato dall'url originale il 3 giugno 2021).
  4. Cattedrale di Bergamo, su cattedraledibergamo.it, Duomo di Bergamo. URL consultato il 3 giugno 2021.

Bibliografia



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