Gian Carlo Riccardi Premio della critica Locarno 1973
Biografia
Gian Carlo Riccardi nasce il 21 ottobre 1933, è il primo di cinque figli di Armando Riccardi[2], avvocato e sindaco di Frosinone e di Rosina Amati, pianista. Dopo aver manifestato già dall'infanzia predisposizione per l'arte ed aver conseguito la maturità classica, nel 1961 Gian Carlo Riccardi si diploma con lode in scenografia presso l'Accademia di Belle Arti di Roma[3] di via Ripetta[4]. Riccardi, inoltre, durante il periodo accademico è allievo di Toti Scialoja e Mario Rivosecchi. Dopo qualche anno, consegue il diploma in Regia Teatrale e Cinematografica presso il Centro Sperimentale di Roma.
L'artista Gian Carlo Riccardi (a sinistra) e il critico d'arte Enrico Crispolti (al centro). Spettacolo teatrale "Perché Lorca" 1977, Teatro Spazio Uno, Roma.
Tra gli anni '60 e '70 lavora come scenografo e regista presso la Rai e come assistente degli scenografi Carlo Cesarini da Senigallia e Giorgio Aragno[9]. È, inoltre, redattore di riviste satiriche come Il Travaso delle Idee, Marc'Aurelio, La Tribuna Illustrata, L'uomo Qualunque, Il Bertoldo, Simplicissimus, Il Borghese e Il Becco Giallo[10] e promotore della rivista culturale Dismisura[11]. Fa parte dell'Avanguardia Teatrale Romana collaborando con Pino Pascali, Carmelo Bene, Mario Ricci, Memè Perlini, Giancarlo Sepe, Nino De Tollis, Filippo Torriero ed altri[12]. Insieme a Giancarlo Nanni, Manuela Kustermann, Valentino Orfeo, Giuliano Vasilicò e Pippo Di Marca uniscono le forze in uno spazio sulla via Portuense chiamandolo La Fede[13].
Queste esperienze lo portano ad aprire a Frosinone[14], nel 1961, il Gruppo Teatro Laboratorio Arti Visive e successivamente, nel 1962, il Teatro Club[15] nel centro storico della città, dove allestisce, con diversi attori, performance artistiche e spettacoli teatrali. Riccardi mette in scena spettacoli d'avanguardia in Italia e all'estero come Il Volpone, Amleto I e II, Il Rinoceronte, Teorema[16], Eden[17], Pinocchio[18], Amen, Apocalisse, Perché Lorca[19], Mia Terra, Opera[20], ecc.
Nel 1962 sposa Regina Balducci dalla quale ha tre figli: Lucilla, Francesco e Simone.
È tra i promotori di festival e rassegne culturali nel centro storico di Frosinone come I percorsi della memoria (1984)[21][22] e Elektronpoiesis (1986)[23][24]. Prende parte, inoltre, ad eventi quali: il Teatro da Voi 1977 (1977) presso il teatro Spazio Uno di Roma, la Settimana di Teatro Nuovo (1978) rassegna svoltasi nella provincia ciociara e agli Incontri 1984 (1984) presso il Centro Associazione Stampa Grattacielo di Milano.
Gli spettacoli e le performance del regista sono imperniati sulla gestualità e sulla necessità di esprimere la condizione dell'uomo contemporaneo, imprigionato nella routine quotidiana e nelle contraddizioni della vita[25]. Gli eventi teatrali si rivolgono verso un recupero dello spazio pubblico, quale luogo di dialogo attivo con lo spettatore che collabora attivamente alla costruzione della messa in scena[26].
Nel 1997 fonda il Teatro dell'Immagine. Coadiuvato dal figlio Francesco, compositore e docente presso l'Accademia di Santa Cecilia di Roma[27], il teatro di Gian Carlo Riccardi diventa un teatro-concerto[28].
Gian Carlo Riccardi e gli attori del Teatro Laboratorio Arti Visive, 1974.
La produzione pittorica di Riccardi affronta varie tematiche come il grottesco, il doppio, l'ironia, ma anche il mondo dell'infanzia[29], tramite il disegno, la caricatura[30] e la pittura astratta. Quest'ultima viene realizzata attraverso l'uso del collage e del ready-made[31]. Riccardi adopera materiali poveri lacerando la materia e muovendosi verso una dimensione "azzerata" del fare pittorico, recuperando, in particolare nelle sue ultime opere, la fantasia e l'innocenza infantile[10]. Le sue opere sono state esposte presso personali e collettive in Italia e all’estero come la Galleria Cecchini di Perugia (1977), la Rassegna ArtExpo di Ginevra (1984)[32], l’Associazione culturale dei Magazzini Generali di Roma (1987), il Centre International D’art Contemporain collettiva del Salons des Nations di Parigi (1988), la British Art Fair in the city di Londra (1989), la Kodama Gallery di Osaka in Giappone (1993), la Rassegna d'Arte Internazionale presso l'Università Cooper Union di New York (1993), la Rassegna Internazionale di Arti Visive di Cracovia (1995), la Art Buyers Caravan di Atlanta (1996), la Galleria d’Arte Il Naviglio di Franca Rame e Dario Fo di Milano (1997), la Fundació Antoni Tàpies di Barcellona (1999) e altre[33][34].
Nelle sculture Riccardi utilizza materiali poveri come plexiglass, carta, legno e ferro[35].
Le Stanze[36], realizzate dagli anni '80[37], sono installazioni eseguite sempre con elementi semplici e di recupero (prevalentemente legno e ferro)[38]. Queste sono esempi di opere site specific[26][39] capaci di costruire un dialogo con lo spazio circostante e con l'osservatore[40][41]. Questi dispositivi sono realizzati mediante pareti colorate secondo motivi astratti, frammenti di legno e oggetti di uso comune[42].
Riccardi espone le sue installazioni all'Expo CT 72 di Milano (1972), al Parlamento europeo[43](1991), al Manege Central Exhibition Hall di Mosca (1991), alla XLV Biennale d’Arte di Venezia[44] (1993), al Festival dei Due Mondi di Spoleto (1995)[45] e al M.A.C.A.M. (Museo d'Arte Contemporanea all'Aperto di Maglione) (2005).
Oltre ad essere redattore di numerose riviste satiriche e culturali, scrive copioni teatrali, testi in prosa e poetici[46]. In questi ultimi emergono varie tematiche (affrontate già in ambito pittorico, teatrale e scultoreo) riguardanti il surreale, l'inverosimile, la memoria[22], l'infanzia ed in particolare la "nonnitudine", ovvero la fase dell'essere nonno. Tra i racconti maggiormente significativi si ricordano: La “mia” stanzadei miracoli, Un lunedì di Pasqua con il poeta Libero De Libero, E fortunatamente nessuno se ne accorse, Un attimo breve efugace, Ed a proposito della “nonnitudine” e Uno strano uccello dalle ali di porpora[47].
Gian Carlo Riccardi scompare il 7 febbraio 2015 nella sua città natale[48].
Nel 2015 l'amministrazione comunale di Frosinone intitola all'artista una sala all'interno della Villa Comunale della città[49][50].
Le tele astratte Combustione n. 1, Combustione n. 2, Combustione n.3 e Composizione n.1 sono conservate presso la Fondazione Umberto Mastroianni di Arpino[51]. Nel 2022 un'opera dell'artista viene donata al Comune di Frosinone[52].
Opere
G. C. Riccardi, Gian Carlo Riccardi: combustioni: Frosinone, Palazzo della Provincia, dal 6 al 13 dicembre 2014, Arpino, Fondazione Umberto Mastroianni, 2014, SBNIT\ICCU\RL1\0041637.
G. C. Riccardi, Proposta e stop: spazio figurale, Frosinone, Dismisura, 1973, SBNIT\ICCU\RL1\0039585.
G. C. Riccardi, In fondo al pozzo dell'immaginazione, Frosinone, Dismisuratesti, 1981, SBNIT\ICCU\RLZ\0184007.
G. C. Riccardi, Mattatoio, Frosinone, Romart Service, 2011, SBNIT\ICCU\RMS\2801966.
G. C. Riccardi, Lo sguardo deviato, Frosinone, Dismisura, 1986, SBNIT\ICCU\RMS\1882230.
G. C. Riccardi e G. Morandini, Rotta di collisione, Frosinone, La Tipografica, 1991, SBNIT\ICCU\RLZ\0057024.
G. C. Riccardi, Delocazione: la rivelazione di ciò che la rivelazione distrugge (M. Blanchot), Frosinone, 2004, SBNIT\ICCU\RMS\1243481.
Note
M. R. Testa, New Art 2000, Casalpusterlengo, New Art Promotion, 2000, p.88.
Aldo Sica, Edmondo Caretta e Giovanni Lotito (a cura di), Armando Riccardi: ricordo di un uomo, La Tipografia, 1982.
André Pieyre, Presentazione in catalogo, Rassegna d’arte ArtExpo di Ginevra, Ginevra, 1984.
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D. Facci, Vorrei servisse a discutere un po', Ciociaria Oggi, 1993.
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