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Giulio Cesare Bedeschini (XVI secoloL'Aquila, 1640) è stato un pittore italiano, capostipite e massimo esponente di un'importante famiglia di artisti che operò in Abruzzo tra il Cinquecento e il Seicento.

È il padre di Francesco Bedeschini. È inoltre il cognato del pittore fiorentino Bernardino Monaldi con cui collaborò.[1]


Biografia


San Massimo levita, patrono dell'Aquila, in veste di vescovo, opera di Bedeschini ante 1613, Museo Nazionale dell'Abruzzo
San Massimo levita, patrono dell'Aquila, in veste di vescovo, opera di Bedeschini ante 1613, Museo Nazionale dell'Abruzzo

Di probabili origini piacentine, giunse all'Aquila in occasione dell'arrivo, nel capoluogo abruzzese, di Margherita d'Austria nel 1583. All'inizio del XVII secolo ebbe un breve periodo di formazione a Roma dove fu allievo del Cigoli e produsse la sua prima opera, la Strage degli innocenti, dipinta per la chiesa aquilana della Lauretana e oggi conservata al museo nazionale d'Abruzzo.

Tornato all'Aquila, affrescò nel 1625 la cappella Branconio nella chiesa di San Silvestro[2] e, nello stesso periodo, produsse quattro tele raffiguranti i santi patroni dell'Aquila (San Massimo d'Aveia, San Pietro Celestino, San Bernardino da Siena e Sant'Equizio abate) per la chiesa di Santa Maria Paganica, da dove sono stati poi spostati in seguito al terremoto del 1703. Vengono attribuiti al Bedeschini, seppur di datazione incerta, anche il trittico posto dietro l'altare della chiesa delle Anime Sante e altri dipinti posti nelle chiese di San Francesco di Paola[3], Santa Giusta[4], Santa Caterina Martire[5] e nella basilica di San Bernardino, tra cui una Madonna col bambino rimasta gravemente danneggiata dal terremoto del 2009[6]. Ancor più incerta è l'attribuzione di due dipinti facenti parte della pinacoteca di Palazzo Pica Alfieri — più tendenti al naturalismo di matrice napoletana che allo stile controriformista tosco-romano cui viene comunemente associato il Bedeschini — e andate all'asta in seguito al sisma del 2009[7][8].

Il pittore realizzò inoltre i dipinti San Nicola e San Francesco e San Luigi re di Francia, conservati rispettivamente nella chiesa di San Nicola e nella chiesa di Santa Maria delle Grazie, a Calascio (AQ)[9], mentre l'Intercessione della Madonna, tela datata 1630, è conservata nella chiesa di Santa Maria delle Grazie a Tocco da Casauria (PE).


Opere



Note


  1. Angelo Leosini, Monumenti storici artistici della città di Aquila e suoi contorni: colle notizie de'pittori, scultori, architetti, ed altri artifici che vilorirono, L'Aquila, Perchiazzi, 1848.
  2. Touring Club Italiano, p. 106.
  3. Touring Club Italiano, p. 116.
  4. Touring Club Italiano, p. 115.
  5. Touring Club Italiano, p. 110.
  6. Michela Corridore, Tela da restaurare, Concerto di Grante per trovare i fondi, in Il Centro, 3 marzo 2011.
  7. Wannenes, Palazzo Pica Alfieri (PDF), su wannenesgroup.com. URL consultato il 3 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 22 marzo 2016).
  8. Dall'Aquila a Genova, terremoto in asta. Salta la vendita dei tesori di Palazzo Pica, in Il Sole 24 Ore, 2 marzo 2011.
  9. Touring Club Italiano, p. 141.

Bibliografia



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