Giuseppe Moricci frequentò il liceo degli Scolopi di Firenze, dove studiarono alcuni pittori, tra cui Antonio Morghen, Tommaso Gazzarrini, Luigi Sabatelli, Giuseppe Angiolelli, Carlo della Porta, Luigi Corsini, Nicola Cianfanelli e Luigi Taliani.[1] Si formò come pittore, studiando disegno e figura all'Accademia di belle arti di Firenze e divenne amico fraterno del pittore Enrico Pollastrini.
Nel 1828 vinse il premio per il disegno, al concorso triennale dell'Accademia, con Cristo che risuscita Lazzaro. Tra i suoi primi quadri esposti, c'era La cacciata del duca d'Atene (1833), dipinto di argomento storico.[2]
Giuseppe Moricci faceva parte della brigata di artisti che si ritrovavano ai tavolini del Caffè Michelangiolo. Affrescò una sala con Michelangelo alle fortificazioni di S. Miniato. Anche suo fratello, Torello Moricci, è stato un pittore. Alla Esposizione della Promotrice, del 1856, Giuseppe presentò il dipinto Una barca di marinari greci. Ha disegnato e dipinto scorci di quella zona centrale di Firenze, animata, viva e popolare dove, a partire dal quadrilatero della città romana, si erano stratificate architetture, strette fra vicoli e piazzette. Gran parte di questa zona di Firenze è andata distrutta a fine Ottocento. Giuseppe Moricci prediligeva aspetti quotidiani della vita cittadina, a volte animati e vivaci, a volte anche crudi e li riprendeva dal vero. Disegnatore di facile vena, ha prodotto una quantità di piccole vedute, schizzi, disegni acquarellati, in uno stile nitido, essenziale, sicuro. Ha disegnato e dipinto contadini, saltimbanchi, popolani, lavandaie, mendicanti, raffigurando anche i vari mestieri: calzolaio, spazzacamino, robivecchio. Interessato anche a temi risorgimentali, dipinse Dopo la battaglia di Palestro, presentato alla I Esposizione nazionale a Firenze, del 1861, e disegnò L'arrivo dei piemontesi a Firenze, del 1860 e Manifestazione quarantottesca davanti alla Loggia dei Lanzi (matita e acquarello).
Nel Catalogo delle opere esposte nella mostra italiana d'arti belle in Parma, 1870 è registrato al n. 885 un suo dipinto dal titolo Un rabbino Orientale in meditazione. Fu chiamato all'insegnamento del disegno, all'Accademia di belle arti di Firenze. Una raccolta di suoi disegni e schizzi è conservata al Gabinetto dei disegni e delle stampe degli Uffizi. Un suo Autoritratto è conservato nella Collezione di autoritratti agli Uffizi.[3]
Come Telemaco Signorini, pubblicava caricature su giornali umoristici, soprattutto toscani.[4]
Altre opere
Ragazzo spazzacamino, 1939
L'offerta dell'olio, 1843
Il bacio della reliquia, olio su tela, 91x116,5 cm (firmato: G. Moricci 1847)
Festa popolare nell'odierna piazza dell'Unità a Firenze, 1850 circa, inchiostro su carta, 40,5x55,2 cm
La lezione di geografia, inchiostro su carta, 30,9x21,3 cm
Trasporto della Madonna Rucellai, 1855 circa, olio su tela, 44,7 x 63,5 cm, Museo statale d'arte medievale e moderna, Arezzo
Le Cascine col treno, 1856, matita su carta
Il corpo di Francesco I, acquarello su carta, (immagine presa nel corso dell'esumazione del granduca, 1857-1858)
Francesi accampati alle Cascine nel 1859, matita su carta, Gabinetto dei disegni e delle stampe, Firenze
Episodio della guerra d'Indipendenza, china ed acquarello su carta, 34,5x49 cm
Compianto, 1860 circa, inchiostro su carta, 23,4x34,3 cm
Donna che abbandona un neonato presso l'Ospedale degli Innocenti recto, Le Parche verso, inchiostro su carta, 26,2x19,3 cm
Piazza del Mercato vecchio olio su tela, Museo topografico Firenze com'era, Firenze
Loggia del Pesce, olio su tela
Il Mercato Vecchio di Firenze, 1860, olio su tela, 84x74 cm, Galleria d'arte moderna, Firenze
Banco del lotto, 1864, acquerello su carta, 30x22,7 cm
Piazza Santa Trinità, Gabinetto dei disegni e delle stampe, Firenze
Veduta del mercato vecchio da via Strozzi, olio su tela, Museo Statale d'Arte Medievale e Moderna, Arezzo
L'Avaro sospettoso, disegno acquarellato su carta
II medico Zannetti cura un soldato ferito, Fondazione Spadolini Nuova Antologia, Firenze
Il chiavaio, disegno acquarellato su carta
Lettera dal soldato volontario, olio su tela, Palazzo Madama, Roma
Note
Guglielmo Enrico Saltini, Le arti belle in Toscana: da mezzo secolo XVIII ai dì nostri, Firenze, Le Monnier, 1862, p. 59, SBNIT\ICCU\RMR\0016333.
Telemaco Signorini, Caricaturisti e caricaturati al caffè Michelangiolo: ricordi, Firenze, Coppini, 1997 [1893], SBNIT\ICCU\CFI\0389395.
Giovanni Paganucci, Commemorazione del pittore Giuseppe Moricci: letta nell'adunanza dei professori dell'Accademia di Belle Arti in Firenze il 9 febbraio 1879, Firenze, Tipografia della gazzetta d'Italia, 1879, SBNIT\ICCU\LIA\0039889.
Anna Giovannelli, Giuseppe Moricci (1806-1879): Firenze, Gabinetto disegni e stampe degli Uffizi, Firenze, L. S. Olschki, 1979, SBNIT\ICCU\SBL\0171100. Saggio introduttivo di Carlo Del Bravo.
Franco Luciani (a cura di), Firenze nell'800 attraverso i disegni di Giuseppe Moricci della raccolta Baldasseroni, Firenze, s. e., 1981, SBNIT\ICCU\LIA\0945530.
Giuseppe Morello (a cura di), Il lavoro dell'uomo da Goya a Kandinskij, Milano, Fabbri Editori, 1991, SBNIT\ICCU\RAV\0179129.
(FR) Bénézit, Dictionnaire critique et documentaire des peintres, sculpteurs, dessinateurs et graveurs de tous les temps et de tous les pays, Paris, Gründ, 2006, SBNIT\ICCU\VEA\0108356.
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