Giuseppe Pascaletti (Fiumefreddo Bruzio, 24 febbraio 1699 – Napoli, 30 agosto 1757) è stato un pittore italiano, attivo soprattutto a Roma, Napoli, e nel cosentino.
È considerato uno dei più importanti artisti del cosentino del diciottesimo secolo.[1] Fu ritrattista dell'aristocrazia romana, e lavorò allo stesso modo presso diverse chiese nel cosentino.[2][1]
Giuseppe Mattia Pascaletti nacque a Fiumefreddo Bruzio, nel cosentino, il 24 febbraio 1699.[2][1]
La marchesa Lucrezia Ruffo Della Valle lo prese sotto la propria protezione, permettendogli di coltivare il suo talento. Fu da questa mandato prima a Napoli, presso la bottega di Francesco Solimena, e poi a Roma, nel 1727, dove l'artista visse per circa vent'anni.[2][1]
A Roma Pascaletti divenne membro dell'Accademia dei Virtuosi del Pantheon, e frequentò diversi personaggi noti nella capitale, tra cui Sebastiano Conca.[2][1] Nella prima metà del diciottesimo secolo, Pascaletti eseguì tre notevoli dipinti, ovvero i ritratti di Giuliano Colonna di Stigliano, I principe di Sonnino, della sua consorte, la principessa Giovanna van den Eynde, e del loro nipote Marcantonio Colonna, III principe di Sonnino.[3] Oggi i ritratti sono ospitati presso il Museo Correale di Terranova.[3]
Ritornò in Calabria sul finire della prima metà del diciottesimo secolo, ed ivi ebbe modo di lavorare per varie chiese, tra cui quelle di Fuscaldo, Falconara Albanese, Rende, Mendicino e San Lucido.[2][1]
Fu attivo anche nella sua città natale, ed ivi si sposò nel 1747, con Teresa De Ponzo, figlia del barone Carmelo. Teresa gli diede cinque figli.[2][1]
Morì il 30 agosto 1757, e fu sepolto nella Chiesa di San Francesco di Paola (Cosenza).[2][1]