Giuseppe Poli (Bondo, 1782 circa – Bergamo, XIX secolo) è stato un pittore italiano. Operò prevalentemente nella provincia di Bergamo realizzando una grande quantità di dipinti, tra i quali il più famoso è forse il ritratto di Giacomo Quarenghi, realizzato nel 1811. Dal 1789 soggiornò a Roma dove, grazie all'ambiente multiculturale, aggiornò il suo stile pittorico e tematico, che nelle sue opere fu quasi esclusivamente sacro.
Il dipinto, realizzato nella metà del XIX secolo con la tecnica dell'olio su tela, rappresenta Paolo nell'atto di baciare l'amata, scena ripresa dalla Divina Commedia di Dante (E la bocca mi baciò tutto tremante, Inferno, canto V). Sulle ginocchia della ragazza è presente il libro aperto che narra delle imprese di Lancillotto ( Galeotto fu il libro e chi lo scrisse Inferno, canto V). Alle loro spalle il marito di Francesca assiste alla scena, preannunciando quindi la sorte dei due amanti.
Realizzato intorno al 1811, è un ritratto realizzato con la figura posta a tre quarti. I colori sono opachi.
Tra gli altri dipinti si può prendere per esempio il ritratto di un uomo, realizzato con olio su carta, in bianco e nero e conservato sempre nell'accademia Carrara. L'uomo è raffigurato nell'atto di rivolgere lo sguardo all'indietro e verso l'alto. Altre sono ad esempio il Sogno di Giuseppe realizzato per la parrocchiale di Almenno e "Ester e Assuero" del 1822, conservato nella cappella Colleoni.
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