Horace Pippin (West Chester, 22 febbraio 1888 – West Chester, 6 luglio 1946) è stato un pittore statunitense.
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Pippin si interessò alla pittura sin da piccolo, però la sua precaria situazione economica lo costrinse a svolgere ben altre attività, quali il rigattiere e il facchino.[1]
Partecipò alla prima guerra mondiale, dove si infortunò gravemente ad un braccio.[1]
Le sue esperienze di guerra gli fornirono le idee e gli spunti per le sue prime opere impegnative a partire dal 1930, non considerando i primi abbozzi eseguiti da ragazzino riguardanti la vita rurale ed equestre.[2]
Nel 1937 si fece conoscere al mondo intero grazie alla sua prima mostra al Westchester Community Center, e successivamente a New York e Filadelfia.[2]
La sua formazione artistica fu per lo più da autodidatta, e il suo particolare stile lo avvicinò ai maestri della pittura naif, ispirata dalle opere di Ben Shahn.[1]
Le sue opere si caratterizzarono per una saldatura tra il magico e il reale, per una spontaneità dei temi e dei soggetti, tutti in uno sfondo fiabesco, guidati da una prospettiva illusionistica.[1]
Tra le sue opere si segnalano quelle dedicate alla guerra : Fine della guerra: ritorno a casa (1931–1934), Buchi di conchiglia (1931), Pallone di osservazione (1931) oltre che Montagna Santa, riprodotta in vari esemplari (dal 1944 al 1945).[2]
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