Ignatij Ignat'evič Nivinskij (in russo: Игна́тий Игна́тьевич Ниви́нский?; Mosca, 11 gennaio 1881 – Mosca, 27 ottobre 1933) è stato un pittore, grafico e scenografo russo.
Ignatij Ignat'evič Nivinskij
Biografia
Zages (1927)
Nivinskij nacque a Mosca l'11 gennaio 1881, figlio di un noto artigiano che produceva mobili e oggetti di design d'interni.
Nel 1898, Nivinskij completò la sua frequentazione dell'Istituto di arte e industria Stroganov di Mosca, dove dallo stesso anno fino al 1905 assunse la carica di insegnante.[1][2]
Collaborò fino alla rivoluzione assieme all'architetto Ivan Žoltovskij, decorando numerosi edifici da costui costruiti, tra i quali il palazzo Tarasov a Mosca.[1]
Nei primi anni dieci, si dedicò alla pittura e alla decorazione di edifici come il Museo Puškin delle belle arti, inoltre produsse interessanti acqueforti, ottenendo consensi e successi in questo genere poco diffuso in Russia, grazie ai suoi paesaggi industriali o trasformati dall'uomo, quali Zages (1927).[1][3]
In seguito ritornò alla decorazione monumentale creando l'interno della camera mortuaria del Mausoleo di Lenin, caratterizzato da una coniugazione di colori rossi e neri.
La collaborazione artistica di Nivinskij con Valentin Dubovskoj gli ha permesso di partecipare alla creazione di un nuovo tipo di habitat a Mosca che includeva sia il castello, sia il palazzo e il palcoscenico, per i quali Nivinskij realizzò i disegni degli ingressi e degli appartamenti principali, talvolta ispirati ad un antico paesaggio italiano oppure intrisi di elementi medievali come sfondo.[1]
Nel 1919 guidò l'allestimento dei convogli di propaganda politica inviati nel Paese.[1][4]
Negli anni venti lavorò come scenografo in numerosi teatri russi, distinguendosi nel 1921 per l'Erik XIV di August Strindberg a Mosca, oltre che curare nel 1923 il padiglione "Šestigrannik" all'Esposizione agricola panrussa di Mosca.[1]
In quelli stessi anni insegnò al Vchutemas e diresse la Sezione delle feste popolari di Mosca, fino ad allora tenuta da artisti d'avanguardia.[1]
Dopo di che si dedicò alla scenografia e ai costumi,[5] collaborando a numerosi spettacoli, fra i quali, la Principessa Turandot, nella famosa messa in scena di Evgenij Bagrationovič Vachtangov al Teatro d'arte di Mosca e nel 1933, alla rappresentazione dell'opera Il barbiere di Siviglia, per la regia di Konstantin Sergeevič Stanislavskij.[1]
Una delle ultime opere di Nivinskij fu il frontespizio di un libro di Johann Wolfgang von Goethe, Elegie romane, per il quale utilizzò la tecnica dell'incisione.
Opere
Decorazioni e allestimenti
Decorazione palazzo Tarasov, Mosca;
Decorazione Museo Puškin delle belle arti;
Decorazione della camera mortuaria del Mausoleo di Lenin;
Allestimento dei convogli di propaganda politica (1919);
Decorazione del padiglione "Šestigrannik" all'Esposizione agricola panrussa di Mosca (1923);
Sezione delle feste popolari di Mosca;
Scenografie
Erik XIV, di August Strindberg (1921);
Turandot, regia di Evgenij Bagrationovič Vachtangov;
Il barbiere di Siviglia, regia di Konstantin Sergeevič Stanislavskij (1933).
Pittura
Principessa Turandot (1922)
Principessa Turandot (1922)
Principessa Turandot (1922)
Acquaforte
Nella stanza (1916)
Nudo (1915-1916)
Architettura
Palazzo Arkhangelskoïe, interno
Palazzo Arkhangelskoïe, interno
Palazzo Arkhangelskoïe, esterno
Note
Ignatij Ignat'evič Nivinskij, in le muse, VIII, Novara, De Agostini, 1967, p.300.
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