Jane Graverol o Jeanne Graverol[1][2] (Ixelles, 18 dicembre 1905 – Fontainebleau, 24 aprile 1984) è stata una pittrice belga surrealista di origini francesi[3].
Jane Graverol nacque a Ixelles il 18 dicembre 1905 da Alexandre Graverol, autore simbolista francese[4][3] e Anne-Marie Lagadec. Dopo un'istruzione tradizionale, frequentò prima l'Accademia di Belle Arti di Etterbeek[4], poi si iscrisse all'Académie Royale des Beaux-Arts di Bruxelles[4][3] nel 1921, dove fu allieva di Jean Delville e Constant Montald[4]. Iniziò a dipingere tra il 1920 e il 1930, perlopiù nature morte e paesaggi[4][3] prima dell'ascesa del surrealismo e prima di adattare lo stile per cui è conosciuta. Le sue opere di quel periodo portano l'impronta del simbolismo. Cominciò ad esporre le sue opere nel 1927.[4] Alla fine degli anni Trenta cominciò a dedicarsi al surrealismo.[4]
Ebbe una corrispondenza con René Magritte[4][3], dopodiché nel 1949 incontrò esponenti dei surrealisti belgi[3][4] e contribuì a fondare due pubblicazioni surrealiste: a Verviers i Temps Mêlés[2] nel 1953, orientati verso la patafisica inventata da Alfred Jarry, e Les Lèvres Nues nel 1954 con Marcel Mariën e Paul Nougé.[4][3] Nello stesso 1953 curò un tributo, a lei intitolato, di testi scritti da Magritte, Mariën, Scutenaire e altri surrealisti.[3] Nel 1958 collaborò altresì con Aubin Pasqua alla rivista Fantasmagie.[3] Negli anni Sessanta conobbe André Breton[4], che molto apprezzò il suo ritratto di gruppo dei surrealisti[3], e Marcel Duchamp.[4] Negli ultimi vent'anni della sua vita il suo compagno fu lo psichiatra Gaston Ferdière, conosciuto nel 1967 a una sua mostra e con il quale si trasferì a Parigi.[3] Pur in Francia, continuò ad avere contatti e partecipare a mostre in patria.[4]
Tra il 1960 e il 1970, quando la popolarità del surrealismo diminuì, dipinse principalmente composizioni incentrate su temi come la guerra e la violenza. Ciò è valso anche quando ha dipinto opere sulla flora e sulla fauna. Il suo lavoro assunse connotazioni sempre più erotiche.[3]
Morì a Fontainebleau il 24 aprile 1984.[5][3]
Graverol fu strettamente legata allo sviluppo del surrealismo in Belgio. Considerò progressivamente le sue tele come "sogni svegli e coscienti" e i suoi incontri dopo la guerra con René Magritte[4], Louis Scutenaire e Paul Nougé, poi Marcel Mariën, si limitarono a confermare le sue convinzioni. Il suo dipinto La Goutte d'eau è un ritratto collettivo dei surrealisti belgi.[6][3] Offrì una versione originale e sognante della sensibilità femminile nella pittura[7][8], servita da una tecnica figurativa che era allo stesso tempo precisa e fredda.[8]
Se i surrealisti uomini idealizzano la donna come musa, Graverol rappresenta «un corpo erotico che assume sembianze animalesche tra il grottesco e il fantastico» e le sue opere sono ricche di creature fantastiche e alate tra «angeli, fenici, draghi» o la sfinge di L’École de la Vanité (1967).[7] La metamorfosi e l'ibridazione sono metafore dell'emancipazione e del riscatto sociale della donna.[7]
Nel 2002 il Koninklijk Museum di Anversa presentò Rachel Baes e Jane Graverol nella mostra voor Schone Kunsten.[9] Nel 2018 Graverol fu menzionata in Gloria's Call, un breve documentario di Cheri Gaulke su Gloria Feman Orenstein.[10] Nel 2022 il suo lavoro ha fatto parte dell'esposizione Il corpo della strega nell'ambito della 59ª Biennale di Venezia.[7]
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