Julio Ducuron (Río Cuarto, 24 novembre 1946) è un pittore argentino.
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Dal 1964, senza interruzione, realizza mostre individuali in diversi Stati:
Inoltre partecipa ad innumerevoli mostre collettive nei Saloni Plastici Ufficiali.
Si è laureato come Maestro Nazionale in Arti Plastiche, nella Scuola Provinciale di Belle Arti "Líbero Pierini", a Río Cuarto, Pcia. di Córdoba, Argentina, nell'anno 1964. Subito dopo si è perfezionato nella Scuola Superiore di Belle Arti "Dr. Figueroa Alcorta" della città di Córdoba, acquistando nel disegno e nella pittura un alto livello artistico. Allo stesso tempo frequentò la Facoltà di Scienze Economiche dell'Università del Centro, Argentina, da dove esce con la laurea come Ragioniere Pubblico Nazionale.
Nel 1970 ottenne una borsa di studio per proseguire gli studi nello Stato d´Indiana, negli Stati Uniti di Nord America e per 30 anni fu Professore nella Scuola Provinciale Di Belle Arti "Líbero Pierini" nella cattedra di Colore III. Inoltre, fu Direttore del Museo Di Belle Arti del Comune di Río Cuarto, della Scuola-Laboratorio "Artistas Argentinos" e della Galleria d´Arte "Fernando Fader" a Río Cuarto.
Ha ottenuto, fra tanti, i seguenti premi:
In Cronache D'Arte del giornale La Provincia di Cremona del 4 marzo 1976, a pagina 6, il critico d´arte Elia Santoro ha scritto: «Questo artista è notissimo non soltanto nella sua città natale, Río Cuarto, in Argentina, ma ha una vastissima popolarità in tutta l'Argentina, ove è considerato come uno dei più espressivi pittori della corrente figurativa che vanta, in quel Paese, una profonda tradizione fortemente legata a quella europea e, in particolar modo, alla francese e all'italiana.
Amico ed ammiratore del pittore lombardo Giovanni Balansino, condivide con l'artista italiano affinità di stele e di gusto, pregnanza di colore e perfezione di disegno, esemplarità di immagini e riflessioni psicologiche. È considerato il più espressivo animalista d´Argentina. Attraverso le bestie egli, infatti, riesce a cogliere l'anima aperta, agreste e romantica del suo Paese e a stabilire, con la gente di altra estrazione e di lontane influenze, un contatto realistico con una umanità che va oltre la storia, oltre la tradizione.
La sua pittura al olio può anche riuscire emblematica per la luminosità che paesaggi e nature morte assumono sotto l'impeto coloristico. Pittore nel vero senso della parola, Ducuron deve fare i conti costantemente con la sua tavolozza la quale crea impasti dei più vari, sì da raggiungere riflessi solari amalgamati con una natura che, fra l'altro, è generosa di spiritualità e di cadenze emotive.
Perfetto anatomista, le bestie di Ducuron non sono rappresentazione panoramica o sostegno ambientale, ma diventano clima, atmosfera come trasfigurazione della natura tesa all'essenziale, cioè a quella forma finale e definitiva che, nel vasto campo del figurativo raggiunge il tocco poetico. Vogliamo cioè dire che Ducuron, perseguendo i toni del naturalismo, così evidenziato nei nostri espressionisti, scavalca quelle che sono le reticenze dialettiche della tecnica per inoltrarsi nei confini della contemplazione poetica. È proprio la padronanza tecnica che lo aiuta a distaccarsi dalla copiatura ambientale, sono le sue vigorose pennellate che gli danno la forza evocativa, sicché, pur nella ridda dei soggetti (di preferenza sono capre e vacche al pascolo), ogni tela è diversa, ogni ambiente si differenzia per potenza d´espressione, per visualità di luce e di colore. Ducuron è un artista che sente il colorismo come necessità, come compiutezza didattica, come esercizio dimostrativo di un intendere il paesaggio.»
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