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Lorenzo Cozza (Orvieto, 9 luglio 1877Roma, 9 gennaio 1965) è stato uno scultore italiano.


Biografia


Figlio dello scultore Adolfo Cozza[1] e di Adina Arnaud, da ragazzo apprese le tecniche di fusione e di lavorazione dei metalli nella bottega orvietana del fabbro Cristofaro Ravelli. Nel 1890 si trasferì con la famiglia a Roma, dove frequentò il corso di scultura presso l'Istituto di belle arti, segnalandosi per l'energia e la sicurezza del modellato, e dove divenne allievo di Nicola Cantalamessa Papotti. Sposò la ceramista Yris Randone. Suo figlio Lucos Cozza è stato un insigne archeologo.


Carriera


Con il bozzetto per un monumento a Giacomo Leopardi nel 1898 ottenne la vittoria in un concorso bandito dagli studenti universitari di Roma: presentato alla mostra appositamente allestita nella sede dell’istituto d’arte, tale lavoro venne poi inaugurato alla Sapienza e oggi è conservato nel giardino di Casa Leopardi a Recanati.

All’anno successivo risale un busto marmoreo in onore del nonno, il poeta Giovanni Cozza (Bolsena 1815-Carnaiola 1898).

Nel 1906 restaura le decorazioni in stucco nel Ninfeo di Villa Giulia.

Al 1909 risale la targa per il sacrificio dei carbonari Angelo Targhini e Leonida Montanari, decapitati nel 1825 in Piazza del Popolo da Mastro Titta, il famigerato boia pontificio, e sepolti presso il Muro Torto.[2]

Nel 1911 realizzò un busto bronzeo in memoria del padre Adolfo, collocato in Piazza del Popolo a Orvieto, e quello in onore del patriota trasteverino Bartolomeo Filipperi per il Gianicolo.[3]

Si offrì di eseguire gratuitamente il ritratto del suo maestro Cantalamessa Papotti, inaugurato nel 1912 nella Pinacoteca di Ascoli Piceno.

Nello stesso anno modellò l’urna e l’erma in onore del conte e patriota orvietano Ludovico Negroni,[4] che morì nel corso della spedizione di Carlo Pisacane nel 1857 a Padula. Al 1913 risale la targa marmorea in onore della cantante lirica Erminia Frezzolini, sulla casa natale dell'artista a Orvieto.

Lorenzo Cozza fu molto attivo come autore di ritratti e di opere funerarie, nonché come medaglista. Fu insegnante di scultura nella Scuola preparatoria alle arti ornamentali fino alla vigilia del secondo conflitto mondiale: ebbe tra gli allievi Aldo Sergiacomi.

Per conto del Governatorato di Roma nel 1941 curò il restauro dei Propilei di Villa Borghese, nonché dei tempietti di Esculapio e di Diana, modellando per quest’ultimo le formelle ottagonali per l’interno della cupola.


Note


  1. Aa.Vv., Adolfo Cozza (1848-1910), Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, Ponte S. Giovanni, Quattroemme, Orvieto 2002.
  2. https://www.facebook.com/photo/?fbid=131023689380318&set=pb.100076069642119.-2207520000
  3. A. Tosti, I busti degli eroi della Repubblica Romana nella Passeggiata del Gianicolo, in A. Cremona, S. Gnisci, A. Ponente, Il Giardino della Memoria. I busti dei grandi Italiani al Pincio, Artemide, Roma 1999, p. 206
  4. Sandro Bassetti, Ludovico Negroni. Un carbonaro di Orvieto da Cortona a Sapri, Lampi di Stampa, Milano 2009, pp. 194-195.

Bibliografia


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