Paolo Pino (Venezia, ... – ...; fl. 1534-1565) è stato uno scrittore e pittore italiano, attivo a Venezia e a Padova.
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Poche sono le notizie su Paolo Pino (o Pini, o Pinni): è stato uno scolaro del pittore Giovanni Gerolamo Savoldo ed ha avuto certamente contatti con pittori padovani; ma la sua opera pittorica è andata in larga parte perduta. Un suo autoritratto si trovava in casa del giurista padovano Marco Mantova Benavides.[1] Una pala d'altare con Madonna col Bambino e Santi fu da lui dipinta per la chiesa di San Francesco Grande a Padova (firmata e datata al 1565). Un ritratto del medico Coignati è presente nella Collezione dei ritratti agli Uffizi.[2][3]
Paolo Pino più che alla pittura deve la sua fama al saggio storico Dialogo di pittura (1548) - composto in forma di dialogo e dedicato al doge Donà - col quale affermò la differenza fra la scuola pittorica veneta e quella rinascimentale fiorentina, sostenendo l'originalità dei veneti, elogiando pittori che si riferivano a Giorgione ed anticipando alcuni aspetti della poetica del manierismo. Ha lasciato anche un elenco di pittori veneti e ne ha diffuso notizie biografiche, anche minute. Jacopo Sansovino ha affermato che Paolo Pino compose poemi e scrisse due commedie, opere che non sono a noi arrivate.[4]
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