Pierbrì, pseudonimo di Pietro Brignoli (Bergamo, 19 dicembre 1926 – Bergamo, 24 agosto 1999), è stato un pittore italiano.
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Pietro nasce in una famiglia povera e rimane orfano della madre Cecilia a sei anni. Il padre Cesare, violento e amante del bere, dopo il tragico evento decise di trasferire i suoi tre figli maschi nella Casa dell'Orfano (Clusone) di Monsignor Giovanni Antonietti in provincia di Bergamo. Pietro trascorre gli anni più felici della sua infanzia all’interno dell'istituto.
Il padre Cesare si sposa nuovamente con una donna a sua volta madre di cinque figli.
A Pietro, una volta rientrato a casa, spetta il compito di recuperare soldi e viveri per contribuire al sostentamento della famiglia e così vivrà di piccoli espedienti; dapprima si cala nei panni di un cicerone per i turisti che venivano a visitare la parte antica della città scucendo loro piccole mance, poi si accorda con i ristoratori per piccole provvigioni in cambio di sponsorizzazioni con i turisti e ancora, nel periodo invernale quando il turismo si placava, in ‘collaborazione’ con un fiorista bergamasco, proponeva la vendita di corone di fiori alle famiglie dei pazienti in fini di vita in ospedale, suscitando spesso e giustamente l’ira dei parenti.
Nonostante i periodi di infanzia trascorsi nella quasi totale indigenza, è nell’età dell’adolescenza che vive il momento peggiore della sua vita: nel 1943, a sedici anni viene spedito in Germania dal padre a lavorare o così almeno credeva.
Pietro si ritrovò prigioniero nel campo di Erfurt a otto chilometri dal campo di concentramento di Buchenwald.
A Pietro venne assegnato il lager numero 15 come deportato politico. Il lungo periodo trascorso nella totale indigenza viene interrotto dall’arrivo dei soldati americani.
Questi anni di prigionia segneranno profondamente la vita del giovane Pietro.
Pietro torna in Italia e viene soprannominato ‘il Valigia Volante’, tramutatosi presto in ‘il Pazzo Volante’, perché con la sua moto e due valigie di cartone colme di biancheria intima corre per le vie del centro di Bergamo a vendere ai suoi concittadini i suoi prodotti di qualità.
Notato da Donnino Rumi, industriale bergamasco costruttore delle omonime moto Rumi, partecipa a competizioni motociclistiche sempre in compagnia delle sue valigie di cartone che utilizzava come sponsor.
Nell’anno 1952 partecipa alla VI Coppa d'Oro delle Dolomiti a bordo di una Ferrari 2760 cc. in coppia con il Conte Umberto Marzotto (famiglia). In quell’occasione riescono a salire sul podio e a ottenere il secondo posto. Per ricordo il Conte Marzotto lascia a Pietro una loro foto con una dedica che recita: ‘A Pietro Brignoli, intrepido secondo’.
È proprio durante il periodo de ‘il Valigia Volante’ che Pietro comincia a barattare mutande e calzini con i quadri dei suoi amici pittori come Mario Sironi e Roberto Crippa.
Pietro si sposa e nella sua villa prefabbricata realizza, oltre che la dimora per la sua famiglia, lo studio personale.
È negli anni ’60 che Pietro matura professionalmente e, spogliandosi dei panni de ‘il Valigia Volante’, diventa ‘il Pierbrì’.
Nascono in quegli anni le sue ‘marine’: barche a vela piegate sul mare blu scuro.
È Peggy Guggenheim, come disse lui stesso in un’intervista negli anni ’90, ad averlo scoperto; i due si conobbero a Cortina d'Ampezzo e in quell’occasione Peggy comprò quattro piccole sue opere.
A Cortina d'Ampezzo Pierbrì nel 1967 vinse l'Oscar Internazionale GANCIA Omaggio all'Arte.
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