Pierpalma da Fermo o Pierpalma di Maestro Ugolino da Milano (... – ...; fl.XV secolo) è stato un pittoreitaliano del XV secolo, noto, in volgare, anche come Peropalma o Pieropalma.
Inizialmente è stato erroneamente identificato con gli inesistenti Pietro Alima e Pierpaolo da Fermo[1][2].
Dettaglio. Firma di Pierpalma da Fermo, Madonna col Bambino in trono tra San Nicola da Tolentino e San Bernardino da Siena, in alto il Redentore benedicente, Oratorio Madonna delle Rose, Torre San Patrizio
Operò in un vasto territorio esteso da Amatrice al fermano e all'alto maceratese.
Biografia
La conoscenza della vita di Pierpalma è legata a scarsi documenti che lo riguardano e alle firme da lui apposte su due opere che, sebbene deteriori, hanno consentito di attribuirgli un notevole corpus di opere nonché di ricostruire i suoi spostamenti.
Un documento del 13 ottobre 1444 attesta che Pierpalma è figlio di un maestro Ugolino da Milano[3], e fratello di Lorenzo anch'esso pittore[4].
Interessante, anche se del tutto ancora speculativa, l'ipotesi che il padre di Pierpalma e Lorenzo sia collegato a Giovanni di Maestro Ugolinoda Milano autore del Messale de Firmonibus[5].
Il 29 dicembre 1453 è documentato un pagamento per delle "quintanelle" (tavolette da soffitto denominate anche cantinelle) dipinte per il Palazzo dei Priori di Fermo[6].
Nel 1455 si occupava ancora di cantinelle e di cornici[6].
Nel 1458 e nel 1463 gli vennero commissionati degli stemmi per la sala delle udienze di nuovo nel Palazzo dei Priori di Fermo[6].
Nel 1466 firma come Petrus Palma de Firmo una "Madonna col Bambino in trono tra San Nicola da Tolentino e San Bernardino da Siena, in alto il Redentorebenedicente" presso l'oratorio della Madonna delle Rose in Torre San Patrizio, mentre in volgare firmerà come Pierpalmo da Firmo il ciclo di affreschi di Santa Maria in Filetta di Amatrice. Queste due sono le sole opere che ad oggi risultano firmate.
Il 25 agosto 1468 il Consiglio speciale di Fermo accoglie definitivamente la supplica di "Pierpalme magistri Ulini Pictoris" tesa a non vedersi raddoppiata la multa di ben 37 lire per una rissa avvenuta col notaio Ciriaco di Messer Giovanni, nonostante fosse avvenuta in pubblica piazza.
Ancora nel 1470 lo troviamo a versare alle casse comunali un'altra somma probabilmente riconducibile ad una nuova multa[6].
Nel periodo che va dal 1472 al 1473, in compagnia del fratello Lorenzo, lo ritroviamo impegnato nella decorazione del palazzo dei Priori di Fermo[4].
Doveva riscuotere un certo successo se, nel 1473, su committenza del cardinal Latino di Carlo Orsini abate commendatario dell'Abbazia di Chiaravalle di Fiastra, gli viene affidato l'affresco di alcune cappelle dell'abbazia.
Operò anche presso Loro Piceno, nella chiesa di Santa Maria di Piazza, prima proprietà dell'abbazia di Farfa, poi passata all'Abbazia di Chiaravalle di Fiastra.
L'analisi delle due opere firmate e la riscoperta di Pierpalma da Fermo
Madonna delle Rose di Torre San Patrizio
Pierpalma da Fermo, Affresco, Santuario Madonna delle Rose, Torre San Patrizio
Presso l'oratorio della Madonna delle Rose di Torre San Patrizio è presente una pregevole affresco di "Madonna col Bambino in trono tra San Nicola da Tolentino e San Bernardino da Siena, in alto il Redentorebenedicente" detta "Madonna delle Rose".
L'opera nel 1934 venne attribuita inizialmente dal Serra al maestro crivellesco Pietro Alamanno basandosi su un'erronea lettura della firma posta alla base del trono della Vergine[7][8].
Il Serra descrive: «Il dipinto occupa la superficie di una nicchia a sesto acuto e rappresenta sopra un fondo unito la Madonna seduta in trono, intenta a dar latte al Bambino ch'Ella sostiene sul braccio destro, mentre due santi monaci, quello a destra con pisside e un volume, l'altro con un volume soltanto, stanno ai lati, in piedi: due angeli in atto di gettar rose si librano in alto, e al sommo, entro una specie di lunetta mistilinea determinata dall'arcobaleno incurvato al di sotto della cuspide del riquadro, domina il Redentore mostrando con la sinistra un libro aperto e benedicendo con la destra».
L'attribuzione venne poi smentita nel 1951 dallo storico dell'arte Pietro Zampetti[9].
Nel 1985 don Giuseppe Crocetti infine vi lesse il nome Pietro Alima attribuendogli origine albanese e correlandolo ad un anonimo pittore albanese che nel 1461 avrebbe ricevuto commissione di dipingere una cappella in San Domenico a Ripatransone e a un tal Pietro albanese autore di un affresco mariano a Fermo nel luogo d’una presunta apparizione (San Giacomo della Marca si scagliò contro la presunta apparizione nel 1473).
Intorno a Pietro Alima e a questo iniziale affresco venne coagulato un denso corpus di opere, finché Matteo Mazzalupi nel 2011 con una più corretta rilettura della firma ha portato a ricostruirla in “1466 PETRUS[-]ALMA D(e) FIRMO PINSIT”[1][2].
Affreschi della Chiesa di Santa Maria dell'Ascensione o Filetta di Amatrice
Pierpalma da Fermo, Abside affrescato, santuario Madonna della Filetta, Amatrice
A Filetta una lunga iscrizione, tracciata a secco, corre sotto alle pitture absidali sovrapposta a un parato di finti prismi che fa da zoccolo a tutta la parete. Cesare Verani nel 1955 pubblicava un articolo che interpretava così tale scritta: […] lo quale fo costruto dallo comm(u)n(e) dil’Amatrice, fo penta la sop(ra)dicta cappella p(er) le mano mei Pier Paullo da Firmo appetitio(n)e d(e) l’om(e)n(i) dell’Amatrice alli anni MCCCC[…]XX[…] addì […]XIIII dilo mese de majo […][10].
Anche di questa scritta Matteo Mazzalupi recentemente ha dato una rilettura con una minima ma decisiva correzione alla lettura proposta in precedenza dal Verani. Tale rilettura propone non «Pierpaullo», ma «Pierpal[-]o», con una lacuna della larghezza di una sola lettera[2].
L'analisi dei documenti storici presenti nell'archivio storico di Fermo ha consentito di ricondurre alla figura storica di Pierpalma l'identità sia di Pietro Alima che di Pier Paullo da Firmo.
Opere
Sposalizio mistico di Santa Caterina d’Alessandria, Chiesa di San Giovanni, Monterubbiano (1462)[11].
San Giovanni Battista e un Santo vescovo, Chiesa di San Giovanni, Monterubbiano (1462)[11].
Sant’Antonio abate, Chiesa di San Giovanni, Monterubbiano (1462)[11].
Madonna col Bambino, Chiesa di San Giovanni, Monterubbiano (1462)[11].
San Luca, Chiesa di San Giovanni, Monterubbiano (1462)[12].
Madonna col Bambino in trono tra San Nicola da Tolentino e San Bernardino da Siena, in alto il Redentorebenedicente, Oratorio della Madonna delle rose, Torre San Patrizio, (1466)[13].
Crocifissione al centro, San Benedetto a sinistra e San Bernardo a destra, quest’ultimo affiancato dal ritratto del committente inginocchiato, il cardinale Latino di Carlo Orsini, Abbazia di Chiaravalle di Fiastra, Tolentino, (1473)[14].
Affreschi della cappella di San Benedetto, Abbazia di Chiaravalle di Fiastra, Tolentino, (1473)[14].
Affreschi della cappella di San Bernardo, Abbazia di Chiaravalle di Fiastra, Tolentino, (1473)[14].
Madonna che allatta il Bambino, Oratorio di Santa Monica, Fermo, (1474)[15].
Madonna che allatta il Bambino, Galleria Nazionale delle Marche, Urbino, (precedentemente chiesetta di Santa Maria della Strada, Corridonia), (1476)[16].
Ascensione, Chiesa di Santa Maria dell’Ascensione o Filetta, Filetta (Amatrice), (1480).
San Leonardo, Chiesa di Santa Maria dell’Ascensione o Filetta, Filetta (Amatrice), (1480).
Arma Christi, Chiesa di Santa Maria dell’Ascensione o Filetta, Filetta (Amatrice), (1480).
Santi Giacomo maggiore e Tommaso, chiesa di San Marco, Ponzano di Fermo (1488)[17].
San Sebastiano e altro santo, chiesa di San Marco, Ponzano di Fermo (1488)[17].
Crocefissione, chiesa di San Marco, Ponzano di Fermo (1488)[17].
Madonna che allatta il Bambino tra i Santi Antonio abate, Agostino e Antonio da Padova, chiesa di Sant’Agostino, Fermo (1495)[18].
Madonna col Bambino tra San Pietro e San Paolo, Configno (Amatrice)[19].
Sant'Amico, Sebastiano e altro santo, Chiesa di Sant'Agostino, Fermo.
Madonna che allatta il Bambino, Chiesa di Santa Maria di Piazza, Loro Piceno[20].
Madonna di Loreto, Chiesa di Santa Maria di Piazza, Loro Piceno[20].
Madonna che allatta il Bambino, Chiesa di Santa Maria di Piazza, Loro Piceno[20].
San Francesco, Chiesa di Santa Maria di Piazza, Loro Piceno[20].
Sant’Antonio da Padova, Chiesa di Santa Maria di Piazza, Loro Piceno[20].
Madonna della Misericordia, Chiesa di Sant’Isidoro (già Santa Maria della Neve o della Misericordia), Monte Urano[21].
Crocefissione, chiesa di Santa Maria delle Grazie, Magliano di Tenna.
Madonna che adora il Bambino, chiesa di Santa Maria delle Grazie , Magliano di Tenna.
Crocefissione, chiesa di San Procolo, Monte Vidon Combatte.
Madonna con il Bambino, chiesa di San Procolo, Monte Vidon Combatte.
San Sebastiano, chiesa di San Procolo, Monte Vidon Combatte.
Madonna della Misericordia, chiesa della Madonna delle Grazie, Petriolo.
Madonna col Bambino e San Sebastiano, santuario della Madonna di Carpineto, Pieve Torina[22].
Madonna col Bambino e due angeli, pieve di Santa Maria Assunta, Pian di Pieca (San Ginesio)[23].
Madonna che allatta il Bambino con due angeli, Pinacoteca civica, (precedentemente presso la chiesa della Madonna della Neve o delle Scalette), San Ginesio[24],
Santa Caterina d’Alessandria, abbazia di Santa Maria e San Biagio, Piobbico (Sarnano)[25].
Note
M.MAZZALUPI, Un pittore in più (e due in meno) per il Quattrocento marchigiano, in «L’appennino camerte», XC, 16, 16 aprile 2011, p. 9.
M.MAZZALUPI, Due cataloghi, la paleografia e un nome. La vera identità di un pittore marchigiano del Quattrocento, in «Ricerche di Storia dell'Arte», 107, 2012, pp. 75-87
1469, aprile 20
Pierpalma di maestro Ugolino da Milano abitante a Fermo affitta a Marino di Pietro slavo da Fermo una casa posta a Fermo in contrada Castello.
ANF, notaio Antonio Bertacchini, vol. 1 (1468-1469), c. 175 v.- 176r [185 v.]
Petri Palme magistri Ugolini de Mediolano habitator civitatis Firmi cum Marino Petri sclavi de Firmo presente. Qui Petrus Palma […] dedit et locavit dicto Marino […] unam dicti Petri Palme domum, positam in civitate Firmi in contrata Castelli iuxta res Sancti Petri [...] ad naulum et pensionem pro uno anno [al prezzo di tre ducati all’anno]. Presentibus ser Johanne [?] de Firmo et donno Marino de Rocha, in logia comunis.
1473, gennaio 31 Il Camerlengo del comune di Fermo paga Pierpalma e Lorenzo pittori. ACF, Entrate e Uscite, vol. 9 (1472-74), c. 78r; cfr. M. MAZZALUPI, Due cataloghi, cit., p. 81.
Per il Messale de' Firmonibus cfr. M. CIARDI DUPRÉ DAL POGGETTO, Scheda 125, in P. DAL POGGETTO (a cura di), Fioritura tardogotica nelle Marche, catalogo della mostra, Urbino, 25 luglio - 25 ottobre 1998, Milano, Electa 1998, pp. 316-319, ried. in G. LIBERATI (a cura di), Il gotico internazionale a Fermo e nel Fermano, catalogo della mostra, Fermo, 28 agosto - 31 ottobre 1999, Livorno, Sillabe 1999, pp. 177-179 e C. Z. LASKARIS, Un monumento da sfogliare: il messale de Fermonibus, Roma, Aracne, 2013.
La cultura figurativa dell'artista, nonostante l'origine milanese, viene ricondotta da De Marchi all'ambiente artistico marchigiano degli anni '20 e '30 del '400, fra Pietro di Domenico da Montepulciano, i Salimbeni, Bartolomeo di Tommaso (cfr. A. DE MARCHI, A sud di Ancona: gli invii da Venezia e la scuola della costa, in P. DAL POGGETTO (a cura di), Fioritura, cit., pp. 30 38, p. 38, nota 54; A. DEMARCHI, Gli affreschi dell'oratorio di San Giovanni presso Sant'Agostino a Fermo. Un episodio cruciale della pittura tardogotica marchigiana, in G. LIBERATI (a cura di), Il gotico internazionale, cit., pp. 48-69, p 69), mentre Caterina Laskaris individua nel manoscritto almeno tre mani diverse (C. Z. LASKARIS, Un monumento, citi. pp. 77-86). Il nome di un maestro Ugolino di Vanne da Milano era stato letto da Giuseppe Crocetti sugli affreschi nel catino absidale della chiesa di Santa Maria a Pie' di Chienti aMontecosaro; lo studioso, ipotizzando che si trattasse del padre del miniatore che aveva siglato il Messale de Firmonibus, e di un pittore affine al suo fra Marino Angeli, aveva raccolto intorno al suo nome un corpus di dipinti (cfr. G. CROCETTI, Gli affreschi di S. Maria a pie' di Chienti, in «Notizie da Palazzo Albani», VII, 2, 1978, pp. 39-45; IDEM, Pittori del Quattrocento nelle chiese farfensi delle Marche, in Aspetti e problemi del monachesimo nelle Marche, Atti del convegno di studi, (Fabriano, 4 - 7 giugno 1981), Fabriano, Editiones Montisfani 1982, pp. 233-255; IDEM, La pittura di Fra Marino Angeli e dei suoi continuatori, Urbino,Arti grafiche editoriali 1985, p. 84). Rilevatasi però errata la lettura proposta da Crocetti, il catalogo formato dallo studioso era stato redistribuito fra il Maestro di Offida e anonimi pittori marchigiani del '400 (S. PAPETTI, Gli affreschi del Trecento e del Quattrocento, in G. AVARUCCI, a cura di, S. Maria a pie' di Chienti, Montecosato, Paparini 1999, pp. 129-149). Malgrado, dunque, come già nel caso di "PietroAlima" (vedi supra nota 14) Crocetti avesse fornito una ricostruzione poco attendibile, l'individuazione di un "vero" maestro Ugolino daMilano, padre dei pittori Pierpalma e Lorenzo, qualora si appurasse che fosse un pittore, potrebbe aprire nuovi sviluppi sul fronte della ricostruzione del primo '400 nel fermano. Ultima considerazione possibile allo stato attuale delle ricerche è che, essendo attivo almeno dal 1453 (cfr.M.MAZZALUPI, Due cataloghi, cit., p. 81), Pierpalma può essere nato negli anni '30. Il padre, maestro Ugolino, dovrebbe essere dunque verosimilmente della stessa generazione di Giovanni di maestro Ugolino, miniatore del Messale nel 1436.
Sezione di Archivio di Stato di Fermo, Archivio storico del comune di Fermo, Entrate e uscite, 4, cc. 135v, 136r (Pierpalma, 1453); 5, cc. 39r, 43v (1455); 6, cc. 9r, 33r, 62v (1458); 7, cc. 204v, 205r (1463); 8, cc. 137v, 138r (Crivelli); 9, cc. 3r, 78r, 83v (Pierpalma e Lorenzo); Consilia et cernitae, Bastardelli, 18, cc. 239r, 278r (Pierpalma, 1468); Acta diversa, 2, c. 236v (Cristoforo); 3, c. 30v (Giovanni Angelo).
L. Serra, Pietro Alamanno, in “Rassegna marchigiana”, VI, 1929-1930, pp. 167-169;
L. Serra, Pietro Alamanno, in «Rassegna marchigiana», VI, 1929-1930, pp. 167-185, in part. pp. 167-169; Idem, L’arte nelle Marche, II, Il periodo del Rinascimento, Pesaro, 1934, pp. 395-396.
P. Zampetti, Considerazioni su Pietro Alemanno, in «Arte veneta», V, 1951, pp. 101-110, in part. pp. 102-103; G. Crocetti, La pittura di Fra Marino Angeli e dei suoi continuatori, Urbino, 1985, pp. 139-141
C. Verani, Appunti su un pittore finora sconosciuto. Gli affreschi di Pier Paolo da Fermo nella chiesa di Santa Maria della Filetta vicino all’Amatrice, in “Ente Provinciale Turismo – Rieti. Notiziario turistico”, gennaio-febbraio 1955, pp. 19-36
R. Van Marle, The development of the italian schools of painting, VIII, The Hague 1927, p. 302; Serra, Pietro Alamanno, cit., pp. 168-171; Idem, L’arte, cit., pp. 396-397; Zampetti, Considerazioni, cit., p. 103; Dania, La pittura, cit., pp. 40, 53, figg. 103-104, tav. XCV; Crocetti, La pittura, cit., pp. 121-126, 138; W. Scotucci - P. Pierangelini, Vincenzo Pagani, Cinisello Balsamo, 1994, pp. 48, 50-51; M. Minardi, Lorenzo e Jacopo Salimbeni. Vicende e protagonisti della pittura tardogotica nelle Marche e in Umbria, Firenze, 2008, p. 112 nota 33; M. Mazzalupi, in Pittori ad Ancona, cit., p. 151 nota 30.
R. Van Marle, The development of the italian schools of painting, VIII, The Hague 1927, p. 302; Serra, Pietro Alamanno, cit., pp. 168-171; Idem, L’arte, cit., pp. 396-397; Zampetti, Considerazioni, cit., p. 103; Dania, La pittura, cit., pp. 40, 53, figg. 103-104, tav. XCV; Crocetti, La pittura, cit., pp. 121-126, 138; W. Scotucci - P. Pierangelini, Vincenzo Pagani, Cinisello Balsamo, 1994, pp. 48, 50-51; M. Minardi, Lorenzo e Jacopo Salimbeni. Vicende e protagonisti della pittura tardogotica nelle Marche e in Umbria, Firenze, 2008, p.112 nota 33; M. Mazzalupi, in Pittori ad Ancona, cit., p. 151 nota 30.
Serra, Pietro Alamanno, cit., pp. 167-169; G. Fiocco, Un Crivelli ignoto, in «Rivista d’arte», XII, 1930, pp. 237-241, in part. pp. 237-238; Serra, L’arte, cit., pp. 395-396; Zampetti, Considerazioni, cit., pp. 102-103; Dania, La pittura, cit., p. 3 e fig. 150; Idem, in Restauri, cit., pp. 165-167 cat. 37; Crocetti - Scoccia, Ponzano, cit., p. 125; Crocetti, La pittura, cit., pp. 139-141; Zampetti, Pittura, cit., p. 299 nota 5; G. Crocetti, in San Nicola da Tolentino e le Marche. Culto e arte, a cura di R. Tollo e E. Bisacci, Tolentino, 1999, pp. 76-77 cat. 18.
O. Gentili, Abbazia di Chiaravalle di Fiastra, II ed., Roma, 1984, pp. 243-247; Crocetti, La pittura, cit., pp. 145-148; Vitalini Sacconi, Macerata, cit., pp. 119, 121; P. Zampetti, Pittura nelle Marche, I, Firenze 1988, p. 299 nota 5; Bittarelli, I dipinti, cit., p. 24.
P. Rotondi, Studi e ricerche intorno a Lorenzo e Jacopo Salimbeni da Sanseverino, Pietro da Montepulciano e Giacomo da Recanati, Fabriano, 1936, p. 95; L. Dania, in Restauri, cit., p. 166; Crocetti - Scoccia, Ponzano, cit., p. 125; Crocetti, La pittura, cit., p. 149; A.A. Bittarelli, I dipinti quattro-cinquecenteschi, in La chiesa delle Grazie e i suoi dipinti, Camerino - Pieve Torina, 1993, pp. 21-29, in part. p. 24; Atlante dei beni culturali del territorio di Ascoli Piceno e di Fermo. Beni artistici. Pittura e scultura, a cura di S. Papetti, Cinisello Balsamo, 2003, p. 43 fig. 61.
A. Vastano, in Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici delle Marche - Urbino. Acquisti donazioni restauri, a cura di P. Dal Poggetto, Urbino, 1997, pp. 29-30; P. Dal Poggetto, La Galleria Nazionale delle Marche e le altre Collezioni nel Palazzo Ducale di Urbino, Urbino - Roma, 2003, p. 64; Paraventi, Il catalogo, cit., p. 313; Scotucci - Pierangelini, Marchisiano, cit., p. 858 nota 12.
Crocetti - Scoccia, Ponzano, cit., p. 125; Crocetti, La pittura, cit., p. 152; F. Scoccia, Ponzano di Fermo. Guida storico-artistica, Montottone, 1998, pp. 27-28.
L. Dania, La pittura a Fermo e nel suo circondario, Fermo, 1967, pp. 66-67, tav. XLVI; A.A. Bittarelli, Ricerca sui minori marchigiani: Paolo Bontulli, in «Notizie da Palazzo Albani», IV, 1975, 2, pp. 41-49, in part. pp. 48 fig. 4, 49 catt. 40-41; Idem, Itinerario storico artistico, in Pieve Torina, Recanati, 1979, pp. 171-254, in part. pp. 201, 203; S. Papetti, Le opere di Vittore Crivelli nel Piceno: la diffusione, il seguito artistico, la dispersione, in Vittore Crivelli e la pittura del suo tempo nel Fermano, a cura di S. Papetti, Milano, 1997, pp. 55-69, in part. pp. 62-65; A. De Marchi, Pittori a Camerino nel Quattrocento:le ombre di Gentile e la luce di Piero, in Pittori a Camerino nel Quattrocento, a cura di A. De Marchi, Milano, 2002, pp. 24-98, in part. p. 72.
Massimi, Itinerari, cit., p. 86; Verani, Pitture, cit., pp. 251-252, 282; Crocetti, La pittura, cit., pp. 150-151; Verani, Gli affreschi, cit., p. 157 fig. a.
Le pitture antiche di Loro Piceno, in «Picenum. Rivista marchigiana illustrata», X, 1913, pp. 159-160, in part. p. 159; Crocetti - Scoccia, Ponzano, cit., p. 125; Crocetti, La pittura, cit., pp. 126-128, 143-144; Bittarelli, I dipinti, cit., p. 24; C. Nalli, in P. Consolati - F. Mucci - C. Nalli, Loro Piceno, Milano, 1998, pp. 277-295; De Marchi, Pittori, cit., p. 72; M. Mazzalupi, Qualche precisazione sul Maestro di Arnano, in «L’appennino camerte», LXXXIV, 28, 17 luglio 2004, p. 8.
Bibliografia: G. Nepi, Monte Urano. Storia arte ed industria, Fermo, 1989, pp. 169, 245.
Bittarelli, Ricerca, cit., p. 49; idem, Itinerario, cit., p. 203; Papetti, Le opere, cit., pp. 64-65; De Marchi, Pittori, cit., p. 72; Mazzalupi, Qualche precisazione, cit.
S.C.J (G. Crocetti), Piandipieca: affresco di Pietro Alima, in «L’appennino camerte», LXV, 40, 12 ottobre 1985, p. 4; A.A. Bittarelli, Piandipieca, in «Studi maceratesi», 23 (1987), 1990, pp. 251-290, in part. p. 264; Bittarelli, I dipinti, cit., p. 24; a.b. (A.A. Bittarelli), Sanginesio. L’affresco della chiesa di s. Agostino, in «L’appennino camerte», LXXIV, 10, 12 marzo 1994, p. 7; A.A. Bittarelli, Gli affreschi e il Maestro di Piobbico, in G. Pagnani, Storia di Sarnano, II, L’abbazia di Piobbico, Camerino - Pieve Torina, 1995, pp. 145-158, in part. p. 153; M. Paraventi, Il catalogo delle opere d’arte, in I da Varano e le arti a Camerino e nel territorio. Atlante dei beni culturali di epoca varanesca, a cura di M. Paraventi, Recanati, 2003, pp. 193-322, in part. pp. 312-313.
A. Rossi, in Mostra di opere d’arte restaurate, catalogo della mostra di Urbino, Urbino, 1970, p. 83; L. Dania, in Restauri, cit., p. 166; Crocetti - Scoccia, Ponzano, cit., p. 125; Crocetti, La pittura, cit., p. 142; Bittarelli, I dipinti, cit., p. 24; Bittarelli, Sanginesio, cit.
Crocetti, La pittura, cit., p. 148; G. Vitalini Sacconi, Macerata e il suo territorio. La pittura, Milano, 1985, p. 112; Bittarelli, Gli affreschi, cit., p. 153; Paraventi, Il catalogo, cit., p. 318; W. Scotucci - P. Pierangelini, Marchisiano di Giorgio, un pittore slavo del Rinascimento umbro-adriatico, in I da Varano e le arti, atti del convegno (Camerino, 2001), a cura di A. De Marchi e P. L. Falaschi, Ripatransone, 2003, pp. 855- 894, in part. p. 858 nota 12.
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