«... la tua scultura è incancellabile memoria orma traccia gesto e segno temeraria impresa orizzontale e verticale collocata sul concitato frangente del tempo La tua scultura è una pietra di paragone.»
Pietro Cascella, scultore, pittore, ceramista, è erede artistico del nonno Basilio Cascella e del padre Tommaso Cascella (pittore ceramista 1890 - 1968) e dello zio Michele Cascella. Inizia da giovanissimo a interessarsi alla pittura seguendo gli insegnamenti del padre Tommaso. A 22 anni, nel 1943, prende parte alla IV edizione del Quadriennale di Roma e nel 1948 alla prima edizione della Biennale di Venezia post-bellica.
Trasferitosi a Roma nel 1938 inizia a seguire i corsi dell'Accademia delle Belle Arti e successivamente si impegna con il fratello Andrea (anche lui scultore e pittore) e altri amici, presso la fornace di Valle dell'Inferno, nella realizzazione di opere in ceramica di tutti i tagli. Frequenta l'Osteria Fratelli Menghi, noto punto di ritrovo per pittori, registi, sceneggiatori, scrittori e poeti tra gli anni '40 e '70.
Nel 1956 partecipa ancora alla Biennale Veneziana. Ed è più o meno nello stesso periodo che conosce l'artista Roberto Matta.
Nel 1958, con il fratello Andrea e l'architetto Lafuente, crea il progetto per il "monumento di Auschwitz" che Pietro Cascella realizzerà nel 1967. Sempre negli anni sessanta lavora a quadri-scultura le cui tematiche surreali si approfondiscono con l'amicizia di Roberto Matta. A metà anni sessanta conosce la scultrice svizzera di BasileaCordelia von den Steinen, con cui successivamente convolerà a nozze.[1] Nel 1966 allestisce una sala personale alla Biennale di Venezia. Nel 1970, a Milano, inizia a lavorare al "monumento a Mazzini". È il vero inizio di una lunga serie di opere monumentali.
Sempre più gran parte delle sue opere vedono l'utilizzo del marmo del travertino e della pietra. Le sue sculture sono solitamente composte da masse pietrificate levigate, aspre o corrose con accenni di base cubista ed elementi di purismo geometrico.
Dopo la morte di Andrea Cascella, fratello e collaboratore, Pietro Cascella scrisse:
«Siamo stati due vele della stessa nave mio fratello e io. Ora sono rimasto solo a tirare nell'ultimo vento forte il legno nella tempesta della vita sempre più al largo dove la riva sta scomparendo.»
Pietro Cascella viveva con la moglie Cordelia von den Steinen, anch'essa scultrice, e con l'ultimo figlio Jacopo Cascella (pittore) nel castello della Verrucola, a Fivizzano, in provincia di Massa Carrara.
Fu insignito dell'Ordine della Minerva dall'Università degli Studi "Gabriele d'Annunzio".
In occasione del decennale della sua morte, il progetto Fuga dal Museo è stato inaugurato a Pescara come museo diffuso dedicato all'arte scultorea di Cascella. Alcune sue opere sono conservate presso il Museo civico Basilio Cascella.
Alcune opere
Fontana la Nave sul lungomare di PescaraIl monumento ai caduti di Tutte le Guerre in piazza Garibaldi, PescaraIngresso al palazzo vescovile di Penne e la scultura di Pietro Cascella "Porta dei Vestini", 2001
1956 Tutti i decori liturgici nella chiesa di Nardodipace (V.V.)
1959 Gruppo di sculture umane e bassorilievo della Madonna col Bambino, chiesa parrocchiale di San Franco, Francavilla al Mare
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