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Pirro Ligorio (Napoli, 1513 – Ferrara, 30 ottobre 1583) è stato un architetto, pittore e antiquario italiano[1]. Oltre che come "insigne studioso"[2], è noto anche come "abile falsario" di iscrizioni latine[2][3].

Pirro Ligorio
Pirro Ligorio

Biografia


Casina di Pio IV
Casina di Pio IV
Villa d'Este a Tivoli
Villa d'Este a Tivoli
Cartina di Roma antica
Cartina di Roma antica
Il Nicchione nel Cortile del Belvedere, Città del Vaticano
Il Nicchione nel Cortile del Belvedere, Città del Vaticano
Il Pegaso del Sacro Bosco di Bomarzo
Il Pegaso del Sacro Bosco di Bomarzo

Pirro nacque a Napoli dalla nobile famiglia Ligorio, e come da consuetudine delle famiglie nobili ricevette un'istruzione, anche artistica, in casa, senza compiere dirette esperienze in botteghe artigiane[1].

Nel 1534 si trasferì a Roma, dove iniziò la propria carriera artistica dipingendo, in facciate di palazzi, decorazioni a monocromo[1]. Data la precarietà di conservazione di tali pitture, nulla di esse è rimasto; al 1542 risale la decorazione della loggia del Palazzo d'Urbino, in via del Corso, mentre intorno al 1545 decorò l'Oratorio di San Giovanni Decollato con i due affreschi della Danza di Salomè e della Decollazione del Battista.

Dopo essere divenuto membro, nel 1548, della Congregazione dei Virtuosi al Pantheon, nel 1549 sovrintese agli scavi di Villa Adriana; quindi decorò, su commissione del cardinale Ippolito d'Este, il Palazzo di Monte Giordano e progettò il suo capolavoro, la Villa d'Este, a Tivoli.

Pubblicato nel 1553 il Libro su' i Circhi e Anfiteatri, nel 1557 divenne architetto di Paolo IV (1555-1559) per il quale iniziò i lavori nella Fontana del Boschetto, nei Giardini Vaticani, per l'erezione dell'edificio che, dal nome del successore Pio IV (1559-1565), sarà chiamato Casino di Pio IV o Villa Pia.[4]

Nel 1560 si concluse la costruzione, su suo progetto, di Palazzo De Torres, ora Lancellotti, in piazza Navona e iniziò la sistemazione del Cortile del Belvedere, in Vaticano, nel quale spicca il Nicchione detto "della Pigna" da lui progettato (i pagamenti testimoniati datano dal 1562 al 1565).

Nel 1561 pubblicò una pianta dell'antica Roma, Antiquae Urbis Imago,[5] e iniziò i lavori per il Palazzetto di Pio IV sulla via Flaminia, che ingloba una preesistente fontana dell'Ammannati costruita nel 1553.

Alla morte di Michelangelo, nel 1564, venne nominato architetto della Fabbrica di San Pietro ma, avendo voluto modificarne il progetto, fu licenziato nel 1568[1]. Aveva già avuto, il 1º agosto 1565, una disavventura: era stato incarcerato per un mese con l'accusa aver rubato delle antichità presenti nelle fabbriche da lui presiedute. Fu riconosciuto innocente ma l'episodio, insieme con i contrasti manifestati nella Fabbrica di San Pietro, lo spinsero ad abbandonare Roma.

Nel 1568 si trasferì infatti, con la moglie e i figli, a Ferrara, dove era stato nominato antiquario dal duca Alfonso II d'Este[1]. Qui sono pochi i suoi lavori di architettura: la tomba di Ludovico Ariosto, distrutta nel Seicento, e la libreria del duca Alfonso[1]. Disegnò quindi cartoni per arazzi, si occupò degli apparati scenografici in occasione della visita di Enrico III di Francia a Ferrara[1], e compilò i Quaranta Libri delle Antichità, attualmente divisi e conservati a Torino, Napoli, Parigi, Oxford e Ferrara.

Nella capitale estense, poiché la città con parte dell'area emiliana fu colpita da uno sciame sismico tra il 1570 e il 1574, vide gli effetti devastanti del terremoto sugli edifici dell'epoca. In tale circostanza ebbe l'intuizione della prima casa edificata con criteri antisismici[6][7]. Ricevette la cittadinanza ferrarese nel 1580, e tre anni dopo morì.


Centro Studi Pirro Ligorio


Nel 1987 è stato costituito il Comitato Nazionale per lo studio e la valorizzazione delle opere di Pirro Ligorio[8] col fine di approfondire la conoscenza e valorizzare la vasta attività artistica, architettonica, storica e archeologica svolta da Pirro Ligorio. Nel 1989 il Centro di Studi ha promosso la costituzione de La Commissione per l'Edizione Nazionale delle Opere di Pirro Ligorio (istituita con Decreto del presidente della Repubblica)[9].


Commissione nazionale delle opere di Pirro Ligorio


Nel 1989 è istituita la Commissione Nazionale delle Opere di Pirro Ligorio con DPR/1989 e in collaborazione con il Centro Studi sulla Cultura e l'Immagine di Roma[10]. La commissione lavora alla pubblicazione dei manoscritti e delle opere del Ligorio, dai primi codici delle antichità conservati a Parigi, Torino e Oxford all'Enciclopedia del mondo antico articolata in 24 volumi.


Opere



Scritti



Note


  1. Voce sul Dizionario biografico degli italiani, vol. 65.
  2. Antonella Trevisiol, p. 200.
  3. Antonella Trevisiol, p. 166.
  4. Si serviva di aiuti, come dimostra il documento dell'epoca che riconosce al pittore Pietro Venale un credito di 7 scudi per avere depento dui angeli quali ha fatto il disegnio Maestro piro [Ligorio], architecto di Sua Santità, dipinti in tavola di grandezza di sei palmi l'uno. Vedi: Deoclecio Redig de Campos, I palazzi vaticani, Bologna, Cappelli, 1967, p. 142, SBN IT\ICCU\RAV\0054360.
  5. Venuto in possesso dei rami originali, l'editore romano del primo Ottocento Giovanni Scudellari, con bottega in via Condotti 19-20, ne fece una riedizione.
  6. Ligòrio, Pirro, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 31 ottobre 2015.
  7. Pirro Ligorio, LIBRO DI DIVERSI TERREMOTI (PDF), su culturaimmagineroma.it. URL consultato il 31 ottobre 2015 (archiviato dall'url originale il 17 novembre 2015).
    «LIBRI DELLE ANTICHITÀ•TORINO-Archivio di Stato di Torino, Codici ligoriani 19-30 bis»
  8. Comitato Nazionale per lo studio e la valorizzazione delle opere di Pirro Ligorio, su culturaimmagineroma.it, 1987. URL consultato il 1º novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2015).
  9. Edizione Nazionale delle Opere di Pirro Ligorio, su culturaimmagineroma.it, 1989. URL consultato il 1º novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2015).
  10. Centro di Studi sulla Cultura e l'Immagine di Roma, su culturaimmagineroma.it, 1982. URL consultato il 1º novembre 2015.

Bibliografia



Voci correlate



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Collegamenti esterni


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[de] Pirro Ligorio

Pirro Ligorio (* 1514 in Neapel; † 30. Oktober 1583 in Ferrara) war ein italienischer Maler, Antiquar, Architekt und Gartenarchitekt des Manierismus.

[en] Pirro Ligorio

Pirro Ligorio (c. 1512 – October 30, 1583) was an Italian architect, painter, antiquarian, and garden designer during the Renaissance period. He worked as the Vatican's Papal Architect under Popes Paul IV and Pius IV, designed the fountains at Villa d’Este at Tivoli for Cardinal Ippolito II d’Este, and served as the Ducal Antiquary in Ferrara. Ligorio emphasized and showed a deep passion for classical Roman antiquity.

[es] Pirro Ligorio

Pirro Ligorio, pintor, arquitecto, anticuario y paisajista italiano nacido en Nápoles en 1510 o 1513 y fallecido en Ferrara el 30 de octubre de 1583.

[fr] Pirro Ligorio

Pirro Ligorio ou Pyrrhus Ligorius (c. 1513 à Naples - 30 octobre 1583 à Ferrare) est un architecte maniériste, un peintre de l'école napolitaine, un antiquaire décrié pour ses nombreux faux et un dessinateur de jardin italien. En 1534, Pirro Ligorio part à Rome, où il développe un intérêt grandissant pour les antiquités romaines et est nommé superintendant aux monuments anciens par le pape Pie IV et Paul IV. En 1549, il commence des fouilles à la Villa d'Hadrien à Tivoli et ébauche son chef-d'œuvre, les jeux d'eau de la Villa d'Este pour le cardinal Hippolyte d'Este. Il joue un rôle également pour les fontaines de la Villa Lante à Bagnaia en travaillant avec Vignole. Son maniérisme est présent à la Villa Pia (Casina Pio IV) du Vatican (1559-1562). En 1568, il est congédié par le pape Pie V pour avoir critiqué les travaux de Michel-Ange à Saint-Pierre de Rome et part à Ferrare où il est l'invité du duc Alphonse II d'Este. Ligorio a mené des études des antiquités romaines, son ouvrage le plus fameux publié est la carte de l'ancienne Rome, Antiquae Urbis Image de 1561. Toutefois il est apparu plus tard qu'il avait créé de nombreux faux, inventant de nombreuses inscriptions latines et Ligorio est aujourd'hui considéré comme « le plus célèbre faussaire du XVIe siècle »[1]. Ses faux ont été détectés en particulier par Scipione Maffei, De arte critica lapidaria (1765[2]). Il est probablement l'auteur des dessins des jardins de Bomarzo.
- [it] Pirro Ligorio



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