Roberto Nonveiller (Spalato, 1917 – Milano, 1959) è stato un pittore, critico d'arte e mercante d'arte argentino naturalizzato italiano.
Roberto Nonveiller nacque a Spalato nel 1917.[1]
Dopo aver effettuato studi classici a Spalato, si avvicinò alla pittura frequentando l'Accademia di belle arti di Venezia, dove dal 1944 diresse la Piccola Galleria che svolse attività di mostre d'avanguardia e di esposizioni dei migliori artisti italiani del periodo pre-bellico,[2][3] [4][5] spazio espositivo che presto divenne un vivace centro culturale veneziano.[6]
Quarantasei le mostre ospitate, la prima delle quali, in occasione dell'apertura, fu dedicata a Filippo de Pisis e Arturo Martini nell'aprile del 1944, con una serie di loro opere.[7]
La Piccola Galleria si propose inoltre come casa editrice e pubblicava un bollettino che oltre a contenere le informazioni sulle mostre comprendeva ricchi contenuti inerenti la vita culturale veneziana, redatti con la partecipazione di Arturo Martini, Silvio Branzi, Filippo De Pisis, Paul Valéry, Irma Zorzi.[7] Nonveiller voleva che artisti, poeti, letterati, musicisti e critici collaborassero con la rivista per interessare così i più significativi esponenti delle discipline artistico-culturali della città.[7]
Una delle mete della galleria fu quello di scoprire e promuovere i giovani artisti locali, divenendo così in breve tempo «un luogo di ritrovo e di riferimento degli artisti veneziani, in particolare di quelli di nuova generazione, che avevano trovato uno spazio dove poter presentare i propri lavori».[7]
Tra il 1944 e il 1945 la Piccola Galleria organizzò anche incontri ed eventi dedicati alla musica contemporanea, seguendo le iniziative della Galleria del Cavallino, come il concerto offerto dalla cantante Ines Alfani-Tellini nel dicembre del 1944 e il terzo concerto di musiche da camera, dedicato alle composizioni del maestro veneziano Gian Francesco Malipiero.[7]
Con Sergio Solmi, Nonveiller fondò e diresse la rivista Lettere ed Arti (1945-1947).[2][3][8]
Dal 1948 al 1957, anno in cui si stabilì definitivamente in Italia, Nonveiller alternò lunghi soggiorni a Buenos Aires e a Parigi sviluppando un discorso pittorico intessuto inizialmente da influenze dell'espressionismo di Oskar Kokoschka[3] e orientato poi, per contatti diretti con la lezione di Filippo de Pisis, conservando di questa la brillante incisività cromatica in un contesto più disteso e luminoso, e tendente poi verso una maniera di libera interpretazione dell'impressionismo e del fauvismo.[2][3] Questa tendenza risultò parallela ad una limpidezza e trasparenza tonale che, dopo il suo viaggio a Parigi nel 1952, andrà sempre più affinandosi attraverso toni chiari e freddi, sottili, richiamanti atmosfere urbane.[3]
Roberto Nonveiller morì a Milano nel 1959.[1]
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