Palazzo Piccolomini-delle Papesse si trova a Siena, in via di Città 126 e ha ospitato un centro di arte contemporanea.
Palazzo Piccolomini delle Papesse | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | Toscana |
Località | Siena |
Indirizzo | Via di Città |
Coordinate | 43°19′01.09″N 11°19′50.06″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | XV secolo |
Realizzazione | |
Architetto | Bernardo Rossellino (disegno ed inizio), Antonio Federighi e Urbano da Cortona (completamento) |
Proprietario | Banca d'Italia |
Committente | Piccolomini Pieri/Piccolomini di Sticciano o delle Papesse |
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Il palazzo sorse per volontà della sorella di papa Pio II, Caterina Piccolomini (da cui la denominazione "delle Papesse"[1]) nel 1460 nella centrale Via di Città, probabilmente su disegno dell'architetto preferito dal pontefice, Bernardo Rossellino. Venne terminato nel 1495 circa con l'intervento di Antonio Federighi e Urbano da Cortona. Il palazzo si caratterizza anche da un cortile interno i cui capitelli sono quasi certamente realizzati dello scultore Lorenzo di Mariano intorno al 1509-1510[2].
Nel 1633 Galileo Galilei fu ospite dal 9 luglio al dicembre dell'arcivescovo Ascanio II Piccolomini. Egli fece delle osservazioni della luna dall'altana del palazzo, collocata sul tetto dell'edificio, dalla quale peraltro si gode un magnifico panorama della città[3].
Verso la fine del 1600 la famiglia Piccolomini si estinse, ma Pio II aveva creato la Consorteria Piccolomini per riunirne i vari rami che si erano andati formando nei secoli (come i Piccolomini Todeschini, i Piccolomini Clementini, i Piccolomini Pieri, i Bandini Piccolomini ed altri). In questo modo la Consorteria decise di affittare il palazzo al Convitto Tolomei, sorto nel 1629 ad opera di Celso Tolomei. Il collegio si trasferirà in altro edificio, in parte ricostruito da Agostino Fantastici, nel 1820.
Il Palazzo delle Papesse passa quindi allo Stato che vi installa i propri uffici.
Nel 1864 il palazzo venne restaurato da Augusto Corbi con pesanti interventi sulle grottesche contribuendo a snaturare le decorazioni originali. Dal 1884 appartiene alla Banca d'Italia che a sua volta lo adatta alle proprie necessità. Sono di questi anni le decorazioni neorinascimentali del piano nobile.
Dopo un nuovo restauro, nel 1998 il palazzo viene riaperto come Centro d'Arte Contemporanea, che chiuderà i battenti nel 2008. Tornato di proprietà alla Banca d'Italia, questa ha ora deciso di metterlo in vendita:
https://www.bancaditalia.it/chi-siamo/beni-immobili/IMMOBILI-IN-EVIDENZA-PER-LA-VENDITA.pdf [4][5].
Il palazzo è un convincente esempio di architettura rinascimentale alla fiorentina, che si inserisce armoniosamente nel tessuto medievale della via. La facciata presenta un paramento in pietra (travertino), a bugnato rustico al pian terreno e provvisto di due ordini di bifore nei piani superiori.
Il centro ha organizzato mostre, sia collettive che personali. Ha fatto parte della TRA ART - Rete Toscana di Arte Contemporanea, una rete pubblica di iniziative e centri sul territorio Toscano creata per sostenere le arti e le culture contemporanee.
All'interno del Palazzo delle Papesse avevano trovato spazio anche l'Accademia per le Arti, le Scienze Multimediali ARSNOVA e Radio papesse, un progetto incentrato sull'audio creato in collaborazione dalle Papesse e da TRA ART.
Il Centro d'Arte Contemporanea è stato chiuso nel 2008[6].
Altri progetti
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