Betsabea (in russo: Вирсавия?, traslitterato: Virsavija) è un dipinto incompiuto[1] del pittore russo Karl Pavlovič Brjullov, realizzato nel 1832 e oggi conservato nella galleria Tret'jakov di Mosca.[2]
Betsabea | |
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Autore | Karl Pavlovič Brjullov |
Data | 1832 |
Tecnica | olio su tela |
Dimensioni | 173×125,5 cm |
Ubicazione | Galleria Tret'jakov, Mosca |
Da questo dipinto venne tratta un'incisione realizzata dal poeta e artista ucraino Taras Hryhorovyč Ševčenko.[3]
Conosciuta anche con il titolo Betsabea al bagno, quest'opera raffigura Betsabea, moglie di Uria l'Ittita, la quale secondo il racconto biblico venne notata dal re Davide mentre faceva il bagno; egli se ne invaghì, tanto da sottrarla al marito e concepire con lei il figlio Salomone. La donna è ritratta proprio nel momento in cui Davide la nota, e il suo sguardo rivolto all'osservatore suggerisce la sensazione dell'incontro.
La scena è ambientata presso una vasca all'aperto, nelle vicinanze di una selva. Al bordo della vasca si trovano le vesti e le scarpe di Betsabea. Accanto alla donna si trova una servitrice nera, anche lei nuda, che bagna una spugnetta nell'acqua e osserva la sua padrona che si toglie un diadema dai capelli.
Il dipinto è tipico della maniera iniziale del Brjullov, in cui il soggetto storico o mitologico veniva decontestualizzato dalla vicenda storica per essere affrontato secondo un gusto ancora classicheggiante ed idilliaco. Anche l'impianto pittorico è ancora tipico di quel primo periodo. Il colore è infatti disposto a chiazze vivaci e slegate fra loro. Anche il chiaroscuro è accentuato: sia a livello generale, con un forte rilievo luministico dato alla donna, rispetto alla figura, pur in primo piano, della mora e allo sfondo dalle tonalità più cupe e indistinte,[4] sia sulla figura stessa della protagonista, il cui volto è bizzarramente in ombra rispetto al resto del corpo posto in piena luce,[5] quasi ad ingenerare nell'osservatore lo sguardo che Davide, invaghito, posò sul corpo di Betsabea, espediente dal sicuro effetto partecipativo dell'osservatore, appena smorzato e bilanciato dal richiamo operato dello sguardo fisso della donna. È inoltre presente un contrasto tra la pelle chiara di Betsabea e quella scura della servitrice.[5]
Il dipinto costituisce l'ultimo e forse il miglior esempio della prima maniera della pittura del Brjullov, la cui produzione cominciò a volgere in quegli anni verso un sentire più maturo e più decisamente ottocentesco.[6]
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