Campaspe è un dipinto a olio su tela del pittore inglese John William Godward, realizzato nel 1896.[2] L'opera è conservata in una collezione privata. Esiste anche uno studio preparatorio di dimensioni ridotte (36,2 x 19,3 cm).
(EN)
«But the cleverest and most healthy nude that has for some time graced the Academy walls is John W. Godward's "Campaspe", which stands out in stately beauty against bronzes and blue drapery.» |
(IT)
«Ma il nudo più ingegnoso e salutare che abbia abbellito i muri dell'Accademia è la Campaspe di John W. Godward, che si oppone con fermezza ai bronzi e i drappeggi blu.» |
(Edward Walford, John Charles Cox e George Latimer Apperson, The Antiquary, E. Stock, 1896.[1]) |
Campaspe | |
---|---|
![]() | |
Autore | John William Godward |
Data | 1896 |
Tecnica | olio su tela |
Dimensioni | 223,3×114,1 cm |
Ubicazione | Collezione privata |
Secondo il titolo, il quadro rappresenterebbe la celebre concubina di Alessandro Magno e modella di Apelle per la sua Afrodite Anadiomene;[3] bisogna tenere presente che, soprattutto a partire dal 1896, i riferimenti alle donne della mitologia greco-romana (Andromeda, 1896; Briseide...), evidentemente casuali, cominciarono a diventare una norma fissa per l'artista.
La composizione semplice, di formato verticale, presenta una struttura rigorosamente simmetrica. Per la sua realizzazione posò la giovane modella britannica Lily Pettigrew, che appare in varie opere dell'artista, soprattutto tra il 1887 e il 1900. La modella, completamente nuda (un tema non troppo presente nell'opera di Godward), guarda direttamente lo spettatore, richiamando la sua attenzione all'anatomia perfetta del suo corpo. Per quanto riguarda l'illuminazione c'è un contrasto evidente tra la penombra dello sfondo e la luminosità dell'incarnato. La luce frontale si intensifica specialmente nelle cosce e nei seni.
La letteratura dell'epoca descrive così l'opera:[3]
(EN)
«Behind a nude figure is a mosaic, so marvelously reproduced that it seems a pity the form obscures it. The piece of marble which, as it were, forms the plinth of this living statue, is so real that one pities the poor creature with frozen feet. But all this is comparatively simple. The difficult task was the naked figure (Campaspe), and despite the artist's most admirable intentions, one cannot fair to remark that the right hand is defective, as is the drawing of the shoulders. And yet it is in things like these that true beauty resides.» |
(IT)
«Dietro la figura nuda della donna appare un mosaico rappresentato tanto meravigliosamente che è un peccato il modo nel quale è stato oscurato. Il pezzo di marmo che, per così dire, costituisce il piedistallo di questa statua vivente è così reale che uno compiange la povera creatura dai piedi congelati. Ma tutto questo è relativamente semplice. La parte difficile è la figura ignuda di Campaspe, e, nonostante le intenzioni più ammirevoli dell'artista, uno non può giustamente non notare che la mano destra è imperfetta. così come il disegno nelle spalle. Eppure, è in dettagli come questi che risiede la vera bellezza.» |
(J. Οman, Some Pictures at the Royal Academy, The Studio, 1896, p. 111.) |
Infine, nel contesto delle opere di Godward, questa tela si troverebbe all'interno di una serie ridotta di nudi totali, di grandi dimensioni, realizzati dal pittore a partire dal 1896 (Venere che si annoda i capelli, 1897; Il bagno di Venere, 1901…): secondo degli specialisti, potrebbe trattarsi di un mezzo per attirare l'attenzione così da realizzare il suo desiderio di essere nominato membro dell'Accademia Reale d'Arte di Londra, anche se ciò, in ogni caso, non avvenne.[4]
![]() |