Le opere del ciclo del Grande Drago Rosso sono una serie di acquarelli del poeta e pittore William Blake, dipinti tra il 1805 ed il 1810.[1]
Il Grande Drago Rosso e la donna vestita di sole | |
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Autore | William Blake |
Data | 1803-1805 |
Tecnica | Acquarello |
Altezza | 54,6x43,2 cm |
Ubicazione | Brooklyn Museum, New York |
Il Grande Drago Rosso e la donna vestita di sole | |
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Autore | William Blake |
Data | 1803-1805 |
Tecnica | Acquarello |
Altezza | 40,8x33,7 cm |
Ubicazione | National Gallery of Art, Washington |
Il Grande Drago Rosso e la bestia venuta dal mare | |
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Autore | William Blake |
Data | 1803-1805 |
Tecnica | Matita, inchiostro e acquarello |
Altezza | 40,1x35,6 cm |
Ubicazione | National Gallery of Art, Washington |
Il Numero della Bestia è 666 | |
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Autore | William Blake |
Data | 1803-1805 |
Tecnica | Matita e acquarello |
Altezza | 40,6x33 cm |
Ubicazione | Rosenbach Museum & Library, Filadelfia |
Attorno al 1803 fu commissionato a Blake un ciclo di illustrazioni per la Sacra Bibbia, contenente circa un centinaio di disegni;[2] quattro tra questi fanno parte del cosiddetto ciclo del Grande Drago Rosso, figura proveniente dal libro dell'Apocalisse di Giovanni.
I disegni offrono una prova della grande capacità visionaria di Blake, al limite del simbolismo,[3] nonché una testimonianza dell'inconsueta fede religiosa del poeta, poco convenzionale tra i contemporanei quanto profonda e radicata nel personaggio.[4] L'arte visiva e poetica si mescola con l'immaginazione e la visione, entrambe le forze sono legate alla religione in un'unità indivisibile;[5] la spinta concettuale nei disegni di questo periodo sembra essere stata raggiunta da Blake dopo aver visionato direttamente alcune opere di grandi artisti, quali Albrecht Dürer, Hans Holbein, Pieter Bruegel il Vecchio, Antoon van Dyck, Michelangelo, Leonardo, Sébastien Bourdon e Antoine Watteau.[6]
Il soggetto principale di questi quattro disegni è il Grande Drago Rosso, ovvero il Drago dell'Apocalisse apparso nel capitolo XII[7] del libro della Rivelazione; vengono inoltre rappresentate le figure della donna vestita di sole e della bestia venuta dal mare,[8] anch'esse tratte dall'Apocalisse di Giovanni:
«Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. Era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto. Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna che stava per partorire per divorare il bambino appena nato.» |
(Apocalisse, XII:1-4) |
E sulla bestia del mare:
«Vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e su ciascuna testa un titolo blasfemo. La bestia che io vidi era simile a una pantera, con le zampe come quelle di un orso e la bocca come quella di un leone. Il drago le diede la sua forza, il suo trono e la sua potestà grande.» |
(Apocalisse, XIII:1-2) |
Le prime due illustrazioni rappresentano appunto la scena della venuta del Drago, in procinto di divorare il figlio della partoriente donna vestita di sole; i due disegni mostrano perciò la stessa evenienza, con il drago che incombe sulla donna, la rappresentazione della Madre del Messia, ma con due differenti punti di vista. Il terzo dipinto ricalca il contatto tra il Grande Drago e la bestia del mare, la quale riceve poteri da Satana.[9]
L'ultima opera, dal titolo Il Numero della Bestia è 666, deriva da un ulteriore passo:
«Vidi poi salire dalla terra un'altra bestia, che aveva due corna, simili a quelle di un agnello, che però parlava come un drago. Essa esercita tutto il potere della prima bestia in sua presenza e costringe la terra e i suoi abitanti ad adorare la prima bestia, la cui ferita mortale era guarita. Operava grandi prodigi, fino a fare scendere fuoco dal cielo sulla terra davanti agli uomini. Per mezzo di questi prodigi, che le era permesso di compiere in presenza della bestia, sedusse gli abitanti della terra dicendo loro di erigere una statua alla bestia che era stata ferita dalla spada ma si era riavuta. Le fu anche concesso di animare la statua della bestia sicché quella statua perfino parlasse e potesse far mettere a morte tutti coloro che non adorassero la statua della bestia. Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d'uomo. E tal cifra è seicentosessantasei.» |
(Apocalisse, XIII:11-18) |
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