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Il mare di ghiaccio (in tedesco Das Eismeer), conosciuto anche come Il naufragio della speranza,[1] è un dipinto di Caspar David Friedrich la cui composizione si situa tra il 1823 ed il 1824. Attualmente è custodito presso la Kunsthalle di Amburgo.

Il mare di ghiaccio
AutoreCaspar David Friedrich
Data1823-1824
TecnicaOlio su tela
Dimensioni98×128 cm
UbicazioneHamburger Kunsthalle, Amburgo

Descrizione[2]


L'opera ritrae un naufragio avvenuto nel bel mezzo di un mare di ghiaccio rotto in una miriade infinita di pezzi, le cui schegge si sono accumulate dopo l'impatto, ammassandosi l'una sopra l'altra a formare una montagna. Il ghiaccio è diventato come un dolmen, i cui bordi sporgenti e aguzzi sembrano anelare verso il cielo.

Le spesse lastre di ghiaccio si innalzano monumentalmente e la direzione diagonale di tali ammassi, insieme ai frammenti della poppa della nave che si scorgono a malapena in basso a destra del dipinto, determinano una sorta di inquietante movimento a spirale intorno alle rovine centrali. Lo sguardo dell'osservatore è quindi focalizzato quasi esclusivamente nella parte centrale del dipinto, dimenticando tutto ciò che sta intorno. Un contorno caratterizzato da colori freddi e cupi, che suscitano nello spettatore un senso d'ansia e di sgomento.

Come confermato da un'iscrizione sul relitto, la nave rappresentata nel dipinto è la HMS Griper, una delle due navi che parteciparono alle prime spedizioni al Polo Nord, di William Edward Parry.


Storia


Il collezionista Johann Gottlob von Quandt commissionò due immagini per simboleggiare il sud e il nord. Johann Martin von Rohden aveva ricevuto l'incarico di dipingere la Natura del Meridione nel suo abbondante e reale splendore,[3] mentre la scelta su chi potesse realizzare la natura del Settentrione in tutta la sua terrificante bellezza[4] cadde su Friedrich. Tuttavia, come Schukowski in una lettera datata 1821 riferisce:[5]

«Friedrich non sa nemmeno che cosa dipingerà, lui aspetta il momento di ispirazione, che (parole sue) viene di tanto in tanto in un sogno...»

Durante l'inverno del 1820-21, Friedrich aveva realizzato degli studi a olio dei banchi di ghiaccio che si formavano sul fiume Elba, vicino a Dresda. Questi studi furono probabilmente inseriti in Mare di ghiaccio. In quegli anni racconti di spedizioni al Polo Nord vennero pubblicati di tanto in tanto in periodici e libri, tramite i quali Friedrich ebbe modo di conoscere le vicende di William Edward Parry, e delle sue spedizioni alla ricerca del Passaggio a Nord-Ovest.

L'immagine che Friedrich creò, suscitò non poca emozione sullo scultore David D'Angers, durante la sua visita a Dresda nel 1834, che successivamente disse:

«Friedrich ha uno spirito cupo. Egli ha capito completamente come si fa a rappresentare in un panorama le grandi lotte della natura.»

Nel complesso, tuttavia, il lavoro apparve troppo radicale nella composizione, e rimase invenduto fino ad alcuni anni dopo la morte di Friedrich, nel 1840.


Titolo


Particolare della nave naufragata
Particolare della nave naufragata

I due titoli fanno riferimento sia al presente lavoro, sia ad un altro lavoro di Friedrich, adesso perduto. Il dipinto perduto fu mostrato nel 1822 alla mostra dell'Accademia di Dresda, sotto il titolo Una nave naufragata al largo della costa della Groenlandia sotto la luce della luna piena.[6]

Il presente dipinto invece, fu mostrato per la prima volta nel 1824 alla mostra dell'Accademia di Praga con il titolo Una scena idealizzata del mare Artico, con una nave naufragata su una massa di ghiaccio.[7]

Durante la vendita dei dipinti di Friedrich questo lavoro è stato nominato anche come Immagine di ghiaccio. La catastrofe della spedizione al Polo Nord.[8]


Significato


Il tema della navigazione proviene da un'antichissima tradizione allegorica risalente alla cultura greca, ed è sempre stato visto come l'immagine dell'ossessiva e continua peregrinazione dell'uomo sulla terra in cerca di qualcosa, attraverso le avversità del mondo e della vita. Tale motivo, trasposto poi in quello del naufragio, diviene incarnazione della fragilità dell'uomo in balia degli elementi. Ed è proprio in questo ambito che si muove Il mare di ghiaccio.[9]

Il sottotitolo dell'opera, Naufragio della Speranza, tradisce la rappresentazione di quella che si pone, a tutti gli effetti, come una parabola religiosa. Il Polo Nord è inteso come un luogo nel quale il succedersi di cicli vitali rimane sempre uguale e qui l'infinito ripetersi di giorni, stagioni, anni e secoli diventa metafora dell'eternità di Dio, perché tutto resta identico e dove la nave, simbolo della vita umana, è imprigionata e non può sfuggire a quell'eternità che è la stessa di Dio. Il tentativo umano di penetrarne il mistero, quindi, è destinato a fallire.[9]

Nulla si modifica e tutto appare immobile, come se il tempo si fosse in realtà fermato. Viene, inoltre, fatto emergere il confronto tra l'infinito e il finito che, a differenza delle opere precedenti di Friedrich, rappresenta un confronto doloroso durante il quale l'uomo e le sue opere vengono inghiottiti dall'immensa potenza della natura, che talvolta risulta essere avversa. All'opera possiamo anche dare un'interpretazione politica: la nave (la speranza), naufragata nella spedizione polare, simboleggia il naufragio delle speranze della Germania, durante la Restaurazione,[10] esattamente come, nel 1815, la Zattera della Medusa di Géricault stava ad indicare il naufragio della Francia napoleonica.


Note


  1. Arte - Le Garzantine (Eugenia Dossi, Garzanti, 2002, pag. 427)
  2. Friedrich (Eva di Stefano, Giunti, 2000, pag. 141-142)
  3. "Die südliche Natur in ihrer üppigen und majestätischen Pracht"
  4. "Natur des Nordens in der ganzen Schönheit ihrer Schrecken"
  5. Schmied: Caspar David Friedrich
  6. "Ein gescheitertes Schiff auf Grönlands Küste im Wonne-Mond. Eigene Erfindung"
  7. "Ideale Szene eines arktischen Meeres, ein gescheitertes Schiff auf den aufgetürmten Eismassen"
  8. "Eisbild. Die verunglückte Nordpolexpedition "
  9. Laura Messina, CASPAR DAVID FRIEDRICH, IL MARE DI GHIACCIO, su exibart.com. URL consultato il 10 dicembre 2016.
  10. L'arte (Ce-Geo) (autori vari, UTET, 2002, pag. 573)

Bibliografia



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На других языках


[de] Das Eismeer

Das Eismeer ist der Bildtitel eines in den Jahren 1823/1824 entstandenes Gemäldes des Künstlers Caspar David Friedrich (1774–1840). Es zeigt eine arktische Landschaft mit sich auftürmenden Eisschollen, unter denen auf der rechten Seite ein gekentertes Segelschiff begraben liegt, nur mit einem Teil des Hecks und einem gebrochenen Mast sichtbar. Das 96,7 cm × 126,9 cm große, in Öl auf Leinwand gemalte Bild ist in der Zeit des politischen Vormärz entstanden und zugleich in einer Lebensphase Friedrichs, in der sein künstlerischer Erfolg verblasste. So wird Das Eismeer gemeinhin als eine Darstellung des endgültigen Scheiterns besprochen. Seit 1905 befindet es sich im Eigentum der Hamburger Kunsthalle und gilt als eines der Hauptwerke der Sammlung. Infolge einer Verwechslung mit einem weiteren Polarbild des Malers wurde es bis 1965 mit dem Titel Die gescheiterte Hoffnung bezeichnet.

[en] The Sea of Ice

The Sea of Ice, (German: Das Eismeer) (1823–1824), is an oil painting that depicts a shipwreck in the Arctic by the German Romantic painter Caspar David Friedrich. Before 1826 this painting was known as The Polar Sea.[1]

[fr] La Mer de glace

La Mer de glace (allemand : Das Eismeer) est un tableau peint par Caspar David Friedrich en 1823-1824 et qui est conservé à la Kunsthalle de Hambourg, en Allemagne. Il est, avec Le Voyageur contemplant une mer de nuages (1818), l'une des plus célèbres œuvres de l'artiste.
- [it] Il mare di ghiaccio

[ru] Северный Ледовитый океан (картина)

«Северный Ледовитый океан» — картина Каспара Давида Фридриха, представителя немецкого романтизма, написанная в 1823—1824 годах. Также известна под названием «Крушение надежды». В настоящее время хранится в Гамбургском кунстхалле.



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