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La morte di Sardanapalo (La Mort de Sardanapale) è un dipinto a olio su tela (395×425 cm) del pittore francese Eugène Delacroix, realizzato nel 1827 e conservato nel museo del Louvre a Parigi.

La morte di Sardanapalo
AutoreEugène Delacroix
Data1827
Tecnicaolio su tela
Dimensioni395×425 cm
UbicazioneMusée du Louvre, Parigi

Descrizione


Il dipinto ripropone la leggenda del potente re assiro Sardanapalo, la quale adombra la figura storica realmente esistita del re Assurbanipal, vissuto tra il 668 e il 626 a.C. I Greci, infatti, favoleggiarono che Sardanapalo, una volta resosi conto della sconfitta imminente, preferì morire insieme a tutti i suoi averi piuttosto che consegnarsi ai rivoltosi che stavano assediando il suo palazzo.

Dettaglio del dipinto raffigurante una delle concubine mentre osserva impotente il coltello che le viene piantato in gola
Dettaglio del dipinto raffigurante una delle concubine mentre osserva impotente il coltello che le viene piantato in gola

Delacroix colse nella storia del suicidio di Sardanapalo - già trattata da lord Byron in un noto dramma - un ottimo modo per riunire in un unico quadro tutte le tematiche care al Romanticismo, come il pathos, l'orrore, l'esotismo, l'erotismo, il «sublime» contrapposto al «bello». L'opera, di quasi venti metri quadrati, è animata da un ardito dinamismo: Sardanapalo è riverso sul suo letto, che osserva inerme e impassibile la terribile carneficina che gli si apre davanti. Le donne dell'harem sono disperate e stanno per essere uccise senza pietà da alcuni uomini al servizio del re, «quasi fosse la rappresentazione di un incubo sadico in cui il possesso coincide con la distruzione dell'oggetto» (Corgnati).[1] Una concubina, accasciata sul letto dove siede Sardanapalo, è già morta. Neanche il cavallo prediletto dal Re riesce a sfuggire alla morte, e presenta uno sguardo inquieto e pauroso, che stride molto con quello dello schiavo pronto a trafiggerlo con un coltello. Neanche la distruzione dei suoi beni preziosi (ai piedi della catasta/letto vi sono le teste in oro di un elefante) sembra commuovere Sardanapalo, che attende con risolutezza l'arrivo della serva con il veleno letale che lo ucciderà. L'unica cosa alla quale sta pensando è il rogo che, partendo dalla catasta ai piedi del letto, arderà senza pietà lui e tutta la servitù.[2]

Dal punto di vista compositivo la scena si articola su una diagonale che va dall'angolo inferiore destro all'angolo superiore sinistro, culminando così nella figura di Sardanapalo: le pennellate sono tumultuose e accesissime, e la tavolozza è accordata su tonalità rosse, nere e ocra, che contribuiscono a conferire grande luminosità all'insieme.


Storia


Presentata al Salon del 1828, l'opera conobbe un'accoglienza molto fredda, e suscitò molto scandalo soprattutto tra i Classicisti, che allo stesso Salon potevano ammirare l'Apoteosi di Omero di Ingres, opera pienamente rispettosa dei canoni accademici. Vennero riconosciuti due errori nel disegno, e Stendhal arrivò persino a tacciare l'opera di satanismo.

Il primo a comprendere le potenzialità de La morte di Sardanapalo fu Baudelaire, poeta francese che si occupava con grande intuito e sensibilità anche di critica d'arte. Egli, infatti, capì che furono in pochi a cogliere il potere delle tonalità calde del dipinto, che suggeriscono il sangue e il fuoco, e della lussureggiante fantasia creatrice del pittore, e avrebbe poi sostenuto che la maggior parte dei dipinti di Delacroix fu poco compresa e, per questo, oggetto di un'ingiustificata quantità di scherno.[2]


Note


  1. Martina Corgnati, Artiste: dall'impressionismo al nuovo millennio, Pearson, 2004, p. XVIII, ISBN 88-424-9375-9.
  2. Il XIX secolo: il Neoclassicismo, il Romanticismo, il Realismo, l'Impressionismo, in Storia Universale dell'Arte, vol. 8, De Agostini, pp. 241-242, ISBN 88-402-0891-7.

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Controllo di autoritàVIAF (EN) 184806330 · LCCN (EN) n98091421 · BNF (FR) cb12539823z (data) · J9U (EN, HE) 987007366143505171 (topic)
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На других языках


[de] Der Tod des Sardanapal

Der Tod des Sardanapal ist ein Gemälde des französischen Malers Eugène Delacroix. Das 3,95 × 4,95 Meter große Gemälde hängt heute im Louvre in Paris.

[en] The Death of Sardanapalus

The Death of Sardanapalus (La Mort de Sardanapale) is an oil painting on canvas by Eugène Delacroix, dated 1827. It currently hangs in the Musée du Louvre, Paris.[1] A smaller replica, painted by Delacroix in 1844, is now in the Philadelphia Museum of Art.[2]

[es] La muerte de Sardanápalo

La muerte de Sardanápalo es un cuadro de gran tamaño, obra de Eugène Delacroix. Se conserva en el Museo del Louvre de París, donde se exhibe con el título de Mort de Sardanapale. Sobre el mismo tema, el museo alberga igualmente un pequeño cuadro (100 cm x 81 cm).

[fr] La Mort de Sardanapale

La Mort de Sardanapale est un tableau d’Eugène Delacroix réalisé en 1827 et exposé au Salon Carré du Louvre la même année. La toile fait partie des collections du musée du Louvre, où il est entré en 1921, grâce aux arrérages du legs Audéoud. L'esquisse du tableau, acquise en 1925, grâce à un legs de la comtesse Paul de Salvandy, est également conservée au Louvre et constitue à elle seule une véritable œuvre d'art, même si elle est bien moins monumentale que le tableau final (100 × 81 cm). La Mort de Sardanapale provoque un immense scandale dans le monde de l'art, par sa modernité. Delacroix s'affranchit frontalement des règles de l'art, mettant le feu au Salon de 1827.
- [it] La morte di Sardanapalo

[ru] Смерть Сарданапала

«Смерть Сарданапала» (фр. La Mort de Sardanapale) — историческая картина французского художника Эжена Делакруа.



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