Si sa che il dipinto apparteneva alla famiglia Tempi di Firenze (Cinelli, Bellezze di Firenze, 1677), prima di essere acquistata, nel 1829, da Ludovico I di Baviera.
L'opera è in genere datata alla fine del periodo fiorentino di Raffaello.
Descrizione e stile
La Madonna è ritratta a mezza figura col Bambino in braccio, sullo sfondo di un paesaggio delineato sinteticamente, che evidenzia, per contrasto, la monumentalità delle figure. I due protagonisti appoggiano i volti l'un l'altro citando la Madonna Pazzi di Donatello, ma soprattutto il piccolo tondo che lo scultore inserì nello sfondo del Miracolo del neonato che parla nell'altare di Sant'Antonio da Padova.
Tutto il gruppo è percorso da un'unica sensazione di moto, leggermente spiraliforme, che va dall'ampio giro di manto in basso, fino all'abbraccio e al tenero gesto dei volti, così intimo e familiare.
Straordinario è l'equilibrio raggiunto tra l'ideale di perfezione artistica e la naturalezza delle figure[1].
Note
De Vecchi, cit., pag. 99.
Bibliografia
Pierluigi De Vecchi, Raffaello, Rizzoli, Milano 1975.
Paolo Franzese, Raffaello, Mondadori Arte, Milano 2008. ISBN 978-88-370-6437-2
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