La Madonna col Bambino è un dipinto tempera e oro su tavola (91,4x62,9 cm) di Gentile da Fabriano, databile al 1424 circa e conservata nella Yale University Art Gallery a New Haven. L'opera è firmata sullo stipite sinistro "Gent / Fabriano".
Madonna col Bambino | |
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Autore | Gentile da Fabriano |
Data | 1424 circa |
Tecnica | tempera e oro su tavola |
Dimensioni | 91,4×62,9 cm |
Ubicazione | Yale University Art Gallery, New Haven |
L'opera proviene forse dalle Marche, dove a metà dell'Ottocento viaggiò il primo proprietario noto di questa Madonna, James Jackson Jarves, studioso e appassionato d'arte americano, anche se non è escluso che avesse potuto acquistarla sul mercato fiorentino, da cui ottenne numerosi dipinti. Sicuramente al 1860 era già nelle sue collezioni, e nel 1871 venne acquistata dall'Università di Yale.
La datazione al 1424, leggermente più tarda di quella tradizionale al 1420-1423, si basa su similitudini dell'architettura di sfondo con brani della porta nord del Battistero di Firenze, terminata da Lorenzo Ghiberti proprio quell'anno.
Andrea de Marchi la data però al periodo bresciano ([[1414]]-[[1419]]) sulla base della finta cornice marmorea spesso usato dall'artista e bottega in questo periodo e per la semplicità dei nimbi
.
Il dipinto è cattivo stato di conservazione per via di abrasioni dovute a un maldestro tentativo di restauro. Maria si trova seduta a mezza figura con il bambino in piedi su un cuscino, che forse poggia su un parapetto invisibile; un secondo cuscino dorato si trova appoggiato a destra. Invece del tradizionale fondo oro il maestro usò una finta finestra con un traforo gotico, oltre la quale si vede un fittissimo bosco di alberi da frutto, i cui rami escono brulicanti anche dai trafori stessi. Si tratta di vari fiori e frutti legati a significati mariani: la rosa bianca, simbolo di purezza, la melagrana, simbolo della Passione e dell'unità della Chiesa, la mela, simbolo del peccato originale. Non si tratta più delle sottili efflorescenze dei primi lavori dell'artista, ma di rampicanti robusti e infestanti, che serpeggiano dappertutto mostrando frutti carnosi.
Nello scorcio della cornice, ottimizzata in maniera intuitiva per una visione da destra, si notano forse i tentativi di Gentile di assimilare gli interessi spaziali fiorentini. Se Maria appare piuttosto tradizionale, più originale è il Bambino, vero fulcro della composizione, che col suo gesto dinamico sembra slanciarsi, benedicente, verso lo spettatore.
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