Malinconia è un dipinto a olio su tela (138,6x104cm) del pittore italiano Francesco Hayez, realizzato tra il 1840 e il 1841 e conservato alla pinacoteca di Brera.
Malinconia | |
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Autore | Francesco Hayez |
Data | 1840-41 |
Tecnica | olio su tela |
Dimensioni | 138,6×104 cm |
Ubicazione | Pinacoteca di Brera, Milano |
È lo stesso Hayez a descriverci la sua opera nelle sue Memorie:
«La Malinconia era rappresentata da una giovane donna del Medioevo, che presa da un sentimento d'amore, sta in una posa abbandonata, che nonostante la passione per i fiori, da essa raccolti in un vaso, tenendone uno in mano che forse le ricorda la persona a lei cara, tiene alquanto china la testa, per meglio nutrire il pensiero che la domina, non curante tutto quello che le sta intorno, e gli abiti stessi che le cadono da una spalla, lasciando vedere parte del petto. L'abito è di raso celeste carico ch'io credetti adatto al soggetto, anche perché contrapposto alle tinte vive dei diversi fiori, ch'io presi tutti dal vero con cura coscienziosa» |
(Francesco Hayez[1]) |
L'opera, in altre parole, raffigura una fanciulla dagli occhi scuri, abbigliata con un abito di lucente seta grigio-celeste stretto in vita e modulato in un'infinità di pieghe. I suoi capelli dalla consistenza serica le ricadono sulle spalle, il volto è appena inclinato a destra e il busto presenta una leggera torsione; il collo, inoltre, è attraversato da un cordoncino ove è appeso un crocifisso, rimasto impigliato tra le pieghe della veste.[1]
L'aspetto trasandato e discinto della fanciulla sottolinea il suo travaglio interiore, divorata da uno stato d'animo in bilico tra la depressione e la tristezza sognante. Il tracollo del suo equilibrio emotivo è messo in risalto dal vaso di fiori che Hayez ha collocato sul risalto murario in primo piano: in questo brano di natura morta troviamo alcuni fiori parzialmente appassiti, e dei petali caduti, innegabili simboli di un autunno dei sentimenti.[1]
L'entusiastica accoglienza suscitata dalla Malinconia sollecitò Hayez a realizzare una seconda versione del dipinto, portata a compimento nel 1842 e denominata Pensiero malinconico.[2] Le differenze sono poche, ma sostanziali: lo struggente senso dell'abbandono è infatti esaltato dalla differente disposizione delle vesti (che lasciano maggiormente scoperto il seno) e delle mani, non più intrecciate ma abbandonate alla forza di gravità, e dalla più intensa carica emotiva del volto. L'indagine hayeziana sui fiori giungerà invece a maturazione nell'isolata bellezza del Vaso di fiori sulla finestra di un harem, eseguito nel 1881, trentanove anni dopo la Malinconia.
«[Sono stato] invogliato [a] farne una replica, ben inteso con molte varianti, cambiando carattere alla figura e aggiungendovi i fiori» |
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