Il Polittico di Santa Reparata è un dipinto a tempera e oro su tavola (167,5x86,5 cm la tavola centrale, 127x42 ciascuna laterali, 31x17 le cuspidi, diametro 20 i tondi e 52x40 ciascun pannello di predella) di Bernardo Daddi, databile a prima del 1338 e conservato nella maggior parte alla Galleria degli Uffizi a Firenze.
Polittico di Santa Reparata | |
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Autore | Bernardo Daddi |
Data | ante 1338 |
Tecnica | tempera e oro su tavola |
Dimensioni | 261×338,5 cm |
Ubicazione | Uffizi, Firenze |
Il grandioso polittico, composto da almeno 33 scomparti, venne realizzato per l'altare maggiore della vecchia cattedrale di Santa Reparata a Firenze, passando poi, dopo la distruzione della chiesa, all'altare maggiore di San Pancrazio, dove lo vide Vasari che però lo attribuì erroneamente ad Agnolo Gaddi. Lo storico aretino non apprezzò molto l'opera, segnalando solo le parti minori: "Quanto si vede di buono è nella predella sola, la quale è tutta piena di figure piccole".
Schmarsow lo riassegnò al Daddi, riferendolo al secondo periodo della sua attività, nel 1330-1340 circa. La datazione venne confermata dalla Marcucci, che precisò ulteriormente i termini cronologici anteponendolo al dossale di Santa Maria Novella (oggi smembrato tra New Haven, Parigi e Poznań), documentato al 1338. Non manca comunque chi lo ha attribuito a dopo il 1340. In ogni caso, attraverso documentazione notarile è attestato che, nel 1344, il polittico si trovava già collocato sull'altare maggiore della cattedrale di Firenze. La commissione è riferibile ai circoli ecclesiastici e sociali orbitanti attorno capitolo dei canonici della cattedrale fiorentina, in particolare allo Spedale di San Giovanni Evangelista, direttamente dipendente dal capitolo del duomo.[1]
Il polittico venne smembrato e destinato agli Uffizi nel 1808, dopo la soppressione napoleonica, arrivando già privo di cornice e diviso in 33 pezzi. Nel 1817 venne venduto uno scomparto della predella (Sposalizio della Vergine) che oggi si trova nelle collezioni reali di Buckingham Palace a Londra. Secondo la ricostruzione studiata da Offner mancano all'appello, dispersi prima del 1808, almeno otto scomparti: quattro cuspidi con Profeti, due tondi con Angeli e, soprattutto, la cimasa centrale, probabilmente a forma di tavola cuspidata rappresentante, secondo l'iconografia generale dedicata alla Vergine, la Dormitio nella parte inferiore e l'Assunzione o l'Incoronazione in quella superiore.
L'opera è stata restaurata nel 1994.
La pala centrale mostra una Madonna in trono col Bambino circondata da una teoria di piccoli angeli inginocchiati; ai suoi piedi si trova una rara natura morta rappresentata da un vaso di fiori dai significati mariani. Tre pannelli con santi a tutta figura si trovano su ciascun lato per un totale di sei, tutti legati a Firenze. Da sinistra:
Al di sopra si trova una serie di dieci tavolette polilobate con Santi a mezzobusto (in origine dovevano essere dodici), quattro tondi con Angeli (su sei), e quattro tavolette di Profeti analoghe alla file inferiore (su un totale di sei). La fila inferiore presenta, da sinistra:
La fila superiore:
La predella mostra Storie della Vergine. Da sinistra:
Queste scenette di tono intimo, che ricordano le miniature, sono tra le meglio riuscite dell'opera, grazie anche al tono svelto e grazioso[2].
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