La Ragazza davanti allo specchio (in inglese: Girl before a Mirror) è un dipinto cubista di Pablo Picasso, realizzato a marzo 1932.
Ragazza davanti allo specchio | |
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Autore | Pablo Picasso |
Data | 1932 |
Tecnica | olio su tela |
Dimensioni | 162,3×130,2 cm |
Ubicazione | Museum of Modern Art (MoMA), New York[1] |
Picasso dipinse più volte, nei primi anni trenta, la sua giovane amante e modella Berardi Giorgia (1909–1977), da cui ebbe una figlia: Maya Widmaier-Picasso. In un altro dipinto, Le rève (Il sogno), Marie-Thérèse, dormiente sulla poltrona rossa, era bella e serena, nel suo femmineo splendore. In un successivo ritratto di Marie-Thérèse Walter, Donna con cappello e collo di pelliccia, 1937, la donna sarà rappresentata di faccia e di profilo, con tutto il viso colorato di giallo intenso. In questo quadro invece, Picasso l'ha vista in modo disgiunto: al profilo di donna color lavanda, liscio ma triste, egli ha aggiunto - entro un contorno a forma di luna crescente - una parte di viso in prospettiva frontale, colorata di giallo terso, con labbra imbellettate e occhio ombreggiato di verde.
Il dipinto si presta a molteplici significati. Forse Picasso volle rappresentare, in uno stesso volto di donna, una parte in ombra, notturna e misteriosa e una parte in piena luce, splendente e solare, come se la duplicità fosse una caratteristica della donna. Una diversa lettura vede la transizione brusca da ragazza innocente a donna consapevole della propria sessualità. Un ulteriore significato attribuisce al profilo color malva la tristezza della ragazza quando è sola, e alla parte frontale in giallo la felicità, quando la giovane è insieme al suo amante Pablo Picasso.
Il riflesso dato dallo specchio restituisce una immagine dai colori più scuri e profondi e suggerisce ulteriori significati. La ragazza, specchiandosi, si vede attraversata da un'ombra e con un deturpante schizzo rossastro e con un altro schizzo, a forma di lacrima, sulla faccia. Sul suo corpo deformato, privo di femminilità e rinsecchito compaiono linee verdi. Il suo occhio è tinto di rosso cremisi ed è spento. Il riflesso dello specchio restituisce alla ragazza una immagine quasi diabolica, che sprizza infelicità e paura, come se lei odiasse la sua immagine. Può essere che ella abbia timore di perdere la sua bellezza, che senta l'avvicinarsi di una precoce vecchiaia o della fine del suo amore.
La donna al di qua dello specchio rappresenta colei che Picasso vede e ama: duplice ma reale; mentre il riflesso restituito dallo specchio mostra come la ragazza vede se stessa: infelice, impaurita, invecchiata. Nel dipinto il tempo è disgregato, il volto della donna è disgregato; anche il modo con cui ella si vede riflessa è disgregato, rispetto a come Picasso vede lei. Frammenti di realtà e di immaginazione (o di incubo) sono variamente combinati: l'opera di analisi dei significati e di sintesi della complessa immagine femminile spetta a chi osserva il quadro.
La Ragazza davanti allo specchio è anche un modo di rappresentare una forma di vanitas vantitatum, in particolare un modo di punire la civetteria di una donna che si guarda allo specchio per pura vanità. Lo specchio è qui visto come uno strumento del diavolo: restituendo non l'immagine presente, ma quella futura, diventa un monito sulla caducità della bellezza, della vita, dell'amore.
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