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Il Reliquiario di sant'Orsola o Reliquiario di san Giovanni è una cassa in legno intagliato e dorato con inserti pittorici a olio su tavola (87x33x91 cm) di Hans Memling, databile al 1489 e conservato nell'Hans Memlingmuseum di Bruges.

Reliquiario di sant'Orsola
AutoreHans Memling
Data1489
Tecnicacassa in legno intagliato e dorato con inserti pittorici a olio su tavola
Dimensioni87×33×91 cm
UbicazioneHans Memlingmuseum, Bruges
Madonna col Bambino e le committenti
Madonna col Bambino e le committenti
Sant'Orsola protegge le vergini
Sant'Orsola protegge le vergini

Storia


L'opera venne commissionata dall'ospedale di San Giovanni, oggi sede del Memlingmuseum, ma a differenza di altri lavori eseguiti dall'artista per tale istituzione, come il Trittico di san Giovanni o il Trittico Floreins, non è né firmata né datata. Si tratta di una cassa contenente le ossa di sant'Orsola, mostrata al pubblico inizialmente solo il giorno della festa della martire: il trasferimento delle reliquie avvenne solennemente il 21 ottobre 1489.


Descrizione e stile


Per la realizzazione delle Storie di Sant'Orsola, l'artista seguì la versione narrata in una Passio, secondo la quale Orsola era una principessa bretone di religione cristiana che accettò di sposare Ereo, figlio del re d'Inghilterra e pagano, a condizione che egli si convertisse al Cristianesimo. Dopo che l'accordo fu raggiunto Orsola si imbarcò col promesso sposo e undici vergini (ciascuna delle quali ne guidava altre mille) alla volta di Roma per un pellegrinaggio dove conobbe papa Ciriaco: questi battezzò Ereo e unì in matrimonio i due giovani, per poi unirsi a loro nel viaggio di ritorno. Giunta di nuovo a Colonia, Orsola trovò la città occupata dagli Unni, che uccisero il papa, il suo seguito e tutti i pellegrini. La principessa, risparmiata in un primo tempo, venne poi uccisa con una freccia per aver rifiutato l'amore del capo degli Unni. La Passio riprende fatti realmente accaduti, benché alcuni elementi siano chiaramente inverosimili: innanzitutto non è mai esistito un papa di nome Ciriaco (è però possibile che si trattasse di Siricio, che comunque non morì martire); il marito di Orsola, storicamente identificabile col sovrano britannico Conan Meriadoc, dopo la celebrazione del matrimonio e la nascita di un figlio (il bambino è assente in tutti i testi agiografici relativi alla santa) ritornò con quest'ultimo in patria, senza dunque andare incontro a fine violenta [1]; il numero esatto delle vergini compagne di Orsola non si conosce ma di sicuro esse erano molto ben meno di undicimila (l'equivoco ebbe probabilmente origine da un errore di trascrizione dove era indicato il "martirio di Orsola e delle sue compagne ad undecim milia", ovvero in un luogo a undici miglia dalla città di Colonia).

Il reliquiario ha le forme di una piccola cappella gotica, rifacendosi a schemi architettonici già riutilizzati in oreficeria. Ha un coperchio a capanna dalle falde molto inclinate, come tipico nei paesi dell'Europa centrale, su cui si trovano tre medaglioni per lato, di cui uno più grande al centro e due minori ai lati con angeli musicanti; i medaglioni centrali si intitolano Orsola protegge i martiri di Colonia (insieme alla santa stanno le prime undici vergini, il papa, un cardinale, un vescovo ed Ereo), e l'Incoronazione della Vergine con la santissima Trinità. Considerati lavori minori, da attribuire alla bottega dell'artista, i sei medaglioni ricordano da vicino gli inserti in smalti policromi tipici degli oggetti di oreficeria dell'epoca.

Le due "facciate", di forma cuspidata, contengono le rappresentazioni della Vergine col Bambino tra due monache inginocchiate (le religiose sono la badessa e una suora del suo ordine, committenti dell'opera) e Sant'Orsola protegge le sante vergini (immagine simile a quella del primo dei due medaglioni centrali, ma stavolta senza personaggi maschili): entrambe le scene sono inserite in una nicchia dipinta che simula uno sfondamento della superficie verso l'interno della cassa.

I lati mostrano, ciascuno sotto tre arcatelle, sei episodi relativi a sant'Orsola, che assomigliano alle vetrate chiesastiche:

Le scene sono composte in un continuum pittorico ambientato in città anseatiche, che mostrano immagini portuali tratte dalla quotidianità.

Il pittore si dedicò soprattutto alla rappresentazione di singole figure in pose aggraziate e all'osservazione realistica del dettagli, con una tavolozza squisita che ricorda i migliori esiti della miniatura. Suo limite è invece la rappresentazione delle scene di martirio, con una certa difficoltà nel gestire le masse di figure.

Nella rappresentazione dei paesaggi Memling dimostrò in particolare una conoscenza in prima persona di Colonia, descrivendo con precisione la skyline della città negli sfondi, con la cattedrale incompiuta, la caratteristica torre della chiesa grande di San Martino e la chiesa di San Cuniberto.

Dirk De Vos, grande studioso di Memling, arrivò a ipotizzare che l'artista visitò appositamente tutti i luoghi che doveva dipingere, in modo da ottenere il massimo realismo possibile.

Completano la decorazione gli intagli lignei in stile gotico fiammeggiante: pinnacoli, fregi traforati lungo i bordi superiori e, sui pilastrini agli angoli, quattro statuette entro nicchie che rappresentano i santi Jacopo, Giovanni evangelista, Agnese ed Elisabetta d'Ungheria.


Bibliografia



Note


  1. http://freepages.rootsweb.com/~dnapower/genealogy/history/houseofmeriadog.htm

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[en] St. Ursula Shrine

The Shrine of St. Ursula is a carved and gilded wooden reliquary containing oil on panel inserts (87x33x91 cm) by Hans Memling. Dating to c. 1489, it is housed in the Hans Memling Museum in the Old St. John's Hospital (Sint-Janshospitaal), Bruges in the Flemish Region of modern-day Belgium.
- [it] Reliquiario di sant'Orsola



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