Il cosiddetto Ritrovamento del corpo di san Marco è un dipinto del Tintoretto, eseguito tra il 1562 ed il 1566 e destinato alla Scuola Grande di San Marco insieme al Trafugamento del corpo di san Marco e San Marco salva un saraceno; è custodito nella Pinacoteca di Brera a Milano.
Ritrovamento del corpo di San Marco | |
---|---|
![]() | |
Autore | Tintoretto |
Data | 1562-1566 |
Tecnica | olio su tela |
Altezza | 405x405 cm |
Ubicazione | Pinacoteca di Brera, Milano |
La scena è tradizionalmente interpretata come San Marco che appare miracolosamente ad alcuni Veneziani, rivelando il luogo dove si trova il suo corpo e ponendo fine allo scempio della profanazione delle tombe. Così viene spiegata la presenza, in alto a destra, di tre uomini che calano un cadavere da un sarcofago[1].
Al centro della composizione, al cospetto di san Marco, è inginocchiato il committente Tommaso Rangone (al secolo Tommaso Zanotti o Zanotto o Giannotti e altre varianti a seconda dello scrivente, adottato dal conte Rangone, generale veneziano) vestito con una toga patrizia. Sulla destra c'è un indemoniato, avvinghiato a una figura femminile che si piega sorpresa, portato lì per essere liberato dal demonio da san Marco.
Il punto di fuga non è al centro ma in fondo a sinistra, come anche il personaggio principale si trova sulla sinistra anziché al centro. Tintoretto era infatti uno dei principali esponenti del Manierismo Veneto e nelle sue opere si nota tutto ciò che caratterizza questa corrente: soggetti religiosi, uso di colore scuro percorso da improvvisi bagliori e lampi di luce, nessun ordine nella composizione e nessuna simmetria. La luce assume un ruolo fondamentale diventando strumento espressivo che crea dinamicità[1].
Il dinamismo di quest'opera è impressionante, la composizione sembra girare come una specie di globo che ruota in senso antiorario.
La fonte di luce principale non è visibile, si alternano luci, ombre e bagliori. La luce fa risaltare i sarcofagi sulla destra.
Solo due personaggi sono frontali, il committente e la figura che regge una candela in mano. Le figure sembrano una continuazione dell'architettura, per esempio le dita di San Marco sembrano un prolungamento di linee prospettiche del quadro.
Altri progetti
![]() |