Il Trittico di Beffi (Madonna con Bambino in trono e angeli, Natività di Gesù, Funerali della Madonna, Incoronazione di Maria Vergine) è un trittico a tempera su tavola del Maestro di Beffi.[1]
Trittico di Beffi | |
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Autore | Maestro di Beffi |
Data | 1410-1416 |
Tecnica | tempera su tavola |
Dimensioni | 123×185 cm |
Ubicazione | Museo nazionale d'Abruzzo, L'Aquila |
L'opera fu commissionata per la chiesa di Santa Maria del Ponte nella media valle dell'Aterno, a metà strada fra L'Aquila e Sulmona. La località si trova nel territorio comunale di Tione degli Abruzzi, non lontano da Beffi, borgo fortificato da cui prende il nome.[A 1] Venne realizzato agli inizi del XV secolo ed era originariamente collocato sull'altare maggiore della collegiata.[2]
In seguito al terremoto della Marsica del 1915, la chiesa subì gravi danni ed il trittico venne trasferito in un deposito della Real Soprintendenza alle Gallerie e ai Musei; quindi, nel 1923, fu aggregato alla collezione del Museo civico dell'Aquila, venendo così riscoperto dalla critica.[3]
La prima ipotesi sull'autore è probabilmente quella dello storico Bernard Berenson, che nel 1936 attribuì il trittico a Gentile da Fabriano.[3]
Negli anni Quaranta, il sovrintendente Enzo Carli ne individuò similitudini formali con l'Albero delle sette parole ed attribuì entrambi i dipinti alla scuola del senese Taddeo di Bartolo.[4][5] Cesare Brandi, invece, nel 1948, lo attribuì al bolognese Jacopo di Paolo, ipotesi sostenuta successivamente anche dal sovrintendente Umberto Chierici.[5] Ferdinando Bologna collegò alla stessa mano anche gli affreschi della chiesa di San Silvestro, identificando l'autore con il nome di Maestro di Beffi (o di San Silvestro).[5] Più recentemente, gli studi di Cristiana Pasqualetti, hanno ritenuto di poter sovrapporre la figura del Maestro di Beffi a quella di Leonardo da Teramo.[2][6] La stessa Pasqualetti ha contribuito a definire la datazione dell'opera tra il 1410 ed il 1416.[2]
In seguito al terremoto dell'Aquila del 2009, l'opera è stata selezionata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali come ambasciatrice della cultura italiana nel mondo. È stata esposta negli Stati Uniti d'America — presso la National Gallery of Art di Washington, il Nevada Museum of Art di Reno e il Getty Museum di Los Angeles — riscuotendo un deciso successo di pubblico e di critica.[3] Nuovamente in Italia nel 2010, è stata esposta a Palazzo Giustiniani a Roma, quindi ha fatto ritorno all'Aquila venendo esposta al palazzo della Banca d'Italia.[6]
Dal 2015 il trittico è nuovamente in mostra al Museo nazionale d'Abruzzo.
Il trittico è la più iconica e celebrata delle opere d'arte gotica in Abruzzo, sia per la complessa iconografia che la contraddistingue, sia per l'alta qualità della lavorazione.[3] Lo storico Claudio Strinati l'ha descritta come «un'opera di grande raffinatezza, fascino ed eleganza».[3]
La tavola centrale, cuspidata, reca la Madonna con Bambino in trono e angeli.[2] In quella di sinistra è la Natività di Gesù, concepita con un percorso narrativo verticale dall'alto verso il basso, a partire dall'Annuncio ai pastori nella sezione superiore, l'Adorazione di Gesù' nel mezzo e il Bagnetto di Gesù nella parte inferiore; in quest'ultima scena è inoltre presente un personaggio estraneo al presepe, posto in adorazione di Gesù e con le spalle rivolte, inspiegabilmente, alla tavola centrale.[2] La tavola di destra — anch'essa con percorso narrativo verticale, ma inverso rispetto alla gemella, cioè dal basso verso l'alto — presenta i Funerali della Madonna, con raffigurato in primo piano l'ebreo Ruben, protagonista di un brano dei vangeli apocrifi;[A 2] a conclusione dell'opera è il tondo nella parte superiore destra, che rappresenta l'Incoronazione di Maria Vergine.[2]
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